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Metalli: la latta batte tutti, visto rincaro di almeno +17%

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SIENA (WSI) – Da dieci anni l’Indonesia, il maggior produttore di latta, non consegnava cosi’ poche tonnellate del metallo. E’ da quattro anni di fila che le risorse continuano a scarseggiare in un periodo in cui invece le altre materie prime concorrenti registrano dei surplus.

Le vendite caleranno del 24% quest’anno, per via della riduzione sul fronte dell’offerta, secondo le stime degli esportatori e analisti interpellati da Bloomberg. Altre stime parlano in media un balzo di almeno il 17% dei prezzi della latta, a quota $28.750 la tonnellata nel 2013. L’anno prima il rialzo e’ delle quotazioni e’ stato del 22%.

Tassi di interesse: dati Usa e le trimestrali hanno condizionato l’andamento dei listini azionari europei che hanno chiuso la sessione di ieri misti. I migliori settori sono risultati i bancari ed i tecnologici, mentre i peggiori le risorse di base e chimici. In lieve rialzo invece gli spread con quello italiano che dopo essere sceso fino a 246 pb ha chiuso a 251. Il calo iniziale è da attribuire al buon esito dell’asta italiana sul nuovo Ctz e Btp€i. Il tesoro italiano ha venduto 6,62 Mld€ su un importo massimo di 6,75 Mld€ e con una domanda superiore all’offerta per tutti e due i titoli.

Oggi invece sarà la volta dei titoli a sei mesi che saranno offerti per un importo di 8,5 Mld€. Segnaliamo il forte rialzo del tasso a due anni tedesco, che si è portato oltre lo 0,3% ai massimi da marzo 2012. Intanto il ministro delle finanze greco in un’intervista alla Bbc ha dichiarato che per il paese il peggio è passato e che si attende un ritorno in positivo del Pil nel 2014. Dal lato macro, migliora la fiducia dei consumatori tedeschi di gennaio, confermando il miglioramento che si è visto con l’indice Ifo e Zew. Secondo l’istituto che ne ha redatto la pubblicazione il rialzo è imputabile a condizioni di lavoro stabili e ad un’inflazione moderata. Resta invece stabile il dato sulla fiducia dei consumatori francesi e scende ad un nuovo minimo quella italiana.

Negli Usa i listini azionari hanno chiuso in lieve calo (ad eccezione del Nasdaq) dopo la maggiore serie consecutiva di rialzi dal 2004 per l’indice S&P500. Sul fronte macro hanno sorpreso in positivo gli ordinativi di beni durevoli di dicembre mentre, nello stesso mese, le vendite di case pendenti hanno subito una contrazione inattesa. In rialzo del 2% Caterpillar, il colosso dei macchinari utilizzati nei settori minerari, edili ed in altri campi, grazie ad attese di una crescita più rapida nel secondo semestre. Sul fronte macro oggi è attesa la fiducia dei consumatori di gennaio oltre ai prezzi delle case di novembre. La Fed ieri ha comunicato che pubblicherà i risultati degli stress test collegati a scenari estremamente negativi a livello globale pubblicati il 15 novembre. I test saranno condotti sulle principali sei banche USA (JP Morgan, Goldman, Bofa, Citi, Morgan Stanley e Wells Fargo). I risultati saranno pubblicati il 7 marzo con i dettagli il 14. Sul fronte emergente, ancora un ennesimo calo per l’indice MSCI EM (-0,7%), sui minimi da inizio anno, guidato dal forte ribasso della Turchia (-4,2%) dopo che l’agenzia di rating Moody’s non ha portato il rating del paese al livello di investment grade, come atteso dal mercato. Il ribasso continua anche stamani sebbene ad un ritmo più contenuto. In calo anche il Brasile. Questa mattina si sta invece assistendo ad un recupero dei mercati emergenti guidati da Taiwan e Corea, grazie a buoni dati macro collegati al settore manifatturiero coreano.

Valute: l’euro dollaro continua a stazionare tra il supporto 1,34 e la resistenza a 1,35. Lieve apprezzamento per lo yen giapponese nonostante il rialzo contenuto del listino giapponese.  Verso euro oggi la resistenza si colloca presso 123 ed il supporto a 120,75. Yuan cinese in deprezzamento verso dollaro ai minimi da circa 3 settimane. Segnaliamo il marcato apprezzamento del real brasiliano dopo che la banca centrale ha venduto currency swap per 1,85 Mld$ nel tentativo di rafforzare la valuta allo scopo di contrastare l’inflazione. L’inflazione in Brasile è sopra il target del 4,5% da 28 mesi consecutivi ed è in accelerazione da 6 mesi. Apprezzamento per la rupia indiana dopo che la banca centrale ha ridotto il tasso di riferimento e l’ammontare di depositi da destinare a riserva. L’istituto ha abbassato le stime sull’inflazione, segnalando che questo lascia aperto lo spazio per manovre di politica monetaria espansive.

Materie prime: ieri si è assistito ad un rialzo generalizzato delle materie prime tranne poche eccezioni come ad esempio i preziosi ed il gas naturale Usa (-4,5%), quest’ultimo fortemente penalizzato da previsioni di temperature miti per metà febbraio. Gli altri settori hanno chiuso in positivo  con il Brent che stamani si attesta ben oltre i 113$/barile. Ieri l’Opec ha dichiarato che il mercato nel 2013 sarà ben rifornito e di non prevedere un calo dei prezzi. Segnaliamo il cotone che stamani guadagna oltre l’1,5% dopo la revisione al ribasso del surplus mondiale per l’attuale stagione da parte di Cotlook, società che pubblica il benchmark sul cotone. In evidenza anche i bovini (+2,1%) maggior rialzo da 6 mesi, su segnali di calo dell’offerta ed aumento della domanda di carne Usa dal Giappone.

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