Un team di ricercatori capitanato da un siciliano sta lavorando per mettere a punto un sistema innovativo di intelligenza artificiale in grado di curare i pazienti affetti da tumori. Il gruppo di esperti, di cui fa parte Antonio Criminisi, sta studiando come sviluppare un programma per isolare l’area dei tumori senza andare a intaccare così durante la radioterapia i tessuti invece sani.
Criminisi, ingegnere elettronico con un passato a Oxford, lavora da 17 anni per il Microsoft Research Lab di Cambridge ed è specializzato nel machine learning e nella computer vision. Al suo servizio ha a disposizione una squadra di ricercatori che sta sviluppando un programma che secondo l’azienda americana fondata da Bill Gates permetterebbe di dimezzare tempi e costi nella cura dei tumori.
A fine 2015 Criminisi aveva vinto, insieme a una squadra di ricercatori, il prestigioso premio Marr per la loro ricerca su un sistema alternativa a quello che al momento il più popolare metodo per insegnare i computer a riconoscere le immagini.
Quando i radiologi vogliono ottenere le migliori immagini possibili di quello che succede all’interno del corpo di un paziente, spesso si rivolgono ad apparecchiatura ad alta risoluzione che costano milioni di dollari. Una volta ottenute le immagini desiderate quello che fanno nella maggior parte dei casi è “interpretarle” con l’occhio umano.
“L’occhio umano funziona molto bene per le diagnosi”, spiega sul sito di Microsoft Criminisi. “I radiologi più esperti sono in grado di guardare un’immagine – per esempio la scansione del cervello di qualcuno – e in due secondi sapere rilevare la presenza di un tumore o meno”.
Ma quando si tratta di scoprire se una cura sta funzionando o meno, Criminisi sostiene che il lavoro dei radiologi diventa molto più difficile. È per questo motivo che l’occhio umano non è così efficace nel misurare i vari modi complicati con i quali gli scanner più moderni usati in radiologia mostrano se un tumore sta crescendo, se si sta riducendo o se sta mutando di forma. I radiologi hanno bisogno di una mano.
Una TAC, detta anche tomografia computerizzata dall’inglese computed tomography (CT), prima dava come risultato 200 immagini, ora si avvicina alle 2mila: l’ammontare di dati è talmente alto da rendere duro il lavoro del medico e la scansione diagnostica per immagini può produrre anche dati che non sono nemmeno percettibili all’occhio umano. Per questo motivo ai radiologi servono nuove tecnologie che siano in grado di tenerli al passo con i tempi.