Un’inversione a U. Il diktat della Mifid II dell’Unione Europea che ha obbligato le società dell’industria finanziaria a separare i costi della ricerca sugli investimenti da quello del trading potrebbe essere cancellato, stando a quelli che sono i piani emersi al riguardo da parte dei Paesi membri. Vediamo tutto nell’analisi.
L’indiscrezione su Bruxelles
In particolare, secondo quanto riportato da Bloomberg, nel corso delle prossime negoziazioni con il Parlamento europeo volte a revisionare la normativa Mifid II, un insieme di riforme più ampio entrato in vigore nel 2018 per normare parecchi aspetti dell’industria finanziaria, gli Stati membri cercheranno un’inversione quasi totale sulle regole relative alla cosiddetta scomposizione. Qualora tali proposte venissero accolte positivamente, significherebbero che una società di investimento sarà tenuta soltanto a informare i clienti se stanno pagando congiuntamente per la ricerca e il trading, e registrare conseguentemente le spese attribuibili a ciascuno di essi.
La novità per i clienti
L’inversione a U della Mifid II consentirebbe di revocare il divieto di fornire gratuitamente ricerche ai clienti. Le modifiche consentirebbero ai broker di riunire i costi di analisi ed esecuzione. Tale proposta giunge mentre gli Stati Uniti si preparano finalmente ad adattarsi alle regole della Mifid.
Insomma, la parola d’ordine dell’Europa in questo momento sembra semplificare. Tutte le novità saranno introdotte nella Mifid II solo dopo che l’Ue avrà presentato e approvato la sua proposta di riforma (Retail Investment Strategy). Con l’obiettivo di creare maggiore fiducia negli intermediari finanziari e rassicurare gli investitori sulle raccomandazioni di investimento che ricevono.