Economia

MiFID2: i pro e i contro, tra omertà banche ed effetti collaterali

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Con la nuova direttiva europea sui servizi finanziari entrata in vigore il 3 gennaio 2018 (la MiFid2), si potrà sapere con precisione quanto costa il proprio investimento, in valore assoluto e in percentuale. In un commento sull’inserto L’Economia, in edicola con il Corriere della Sera, l’ex direttore del giornale Ferruccio de Bortoli analizza pro e contro dell’aggiornamento della disciplina Ue.

L’avvento delle regole della Mifid2 cambierà totalmente il rapporto tra chi produce e chi distribuisce i prodotti del risparmio gestito, provocando un sisma nel settore. Inciderà anche sul tema della ripartizione dei costi tra fabbriche e reti e sul trasferimento di questi ultimi a carico del risparmiatore.

A proposito del risparmiatore, secondo De Bortoli, in questo modo sarà più protetto dall’omertà dei banchieri e gestori: “con Mifid2 si dovrebbero separare buone pratiche dalle pessime”, ma “una certa omertà di settore” non aiuta. “Il risparmiatore non è proprietà di una rete o del promotore pronto a cambiare insegna seguendo l’ingaggio…”.

Con la MiFID2 ogni consiglio al cliente dovrà essere giustificato, spiegando perché è adatto a quella data persona. L’effetto positivo più evidente è la maggiore trasparenza imposta alle varie banche, sgr e sim. Come spiega Il Corriere tutto dovrà essere spiegato: una più ampia tutela del risparmiatore è il principale obiettivo della MiFID2. Quanto costa un fondo o un altro strumento finanziario, quanto rende e quanto si paga per entrare o uscire da un investimento, se questo è adatto alla propria competenza finanziaria, il peso delle commissioni di performance: tutte domande che ora saranno chiarite.

Gli investitori riceveranno a fine anno il conto esatto delle commissioni corrisposte a società di gestione, reti distributive, promotori. Il vantaggio per il settore è che queste novità potrebbero spingere i clienti ad affidarsi maggiormente ai prodotti di wealth managment e il ruolo del risparmio gestito, che conosce una fase di sviluppo positivo, potrebbe quindi crescere.

Allo stesso tempo la direttiva nasconde anche degli effetti collaterali. Per esempio MiFID2 renderà meno ricchi i cataloghi di alcuni intermediari e spingerà Etf e gestioni patrimoniali. Nell’analisi del Corriere si scrive che la previsione di un rapporto di consulenza definito su basi indipendenti potrebbe tradursi in un’occasione per far lievitare i costi, un rischio della nuova disciplina: i gestori più attivi potrebbero spingere i clienti a modificare il proprio profilo di rischio, incrementando così le commissioni, per approfittare dei benefici fiscali.