ROMA (WSI) – “L’Italia non vuole più essere complice del business dell’immigrazione clandestina, e quindi dovranno cercarsi altri porti (non italiani) dove dirigersi”. Ci va giù pesante il ministro degli Interni Matteo Salvini che in un post su Facebook nel weekend ha puntato il dito contro le Ong, chiedendo ai Paesi Bassi di richiamare due navi da trasporto cariche di migranti battenti bandiera olandese.
“Quando i fascisti ci fanno pubblicità” è quanto ha scritto in un tweet – poi rimosso – la ong tedesca Mission Lifeline a cui si riferiva Salvini. Un nuovo no del ministro dopo quello della nave Aquarius all’attracco nei porti italiani, un no che ha aperto una crisi diplomatica – poi rientrata – con la Francia, un no che si è sentito fino ai piani alti dell’Unione europea. Aquarius con i suoi 629 migranti a bordo ieri sera è arrivata nel porto di Valencia su invito del nuovo premier spagnolo Pedro Sanchez.
Secondo fonti citate dalla testata statunitense Politico, l’attenzione alla questione è così alta che il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk dovrebbe fare visita a Italia e Spagna questa settimana. Obiettivo incontrare il nostro premier Giuseppe Conte e il suo omologo spagnolo Pedro Sánchez e tutto lascia intendere che si parlerà proprio della gestione dei migranti.
“La questione dei migranti è epica e l’Europa è rimasta distaccata per anni, avendo messo in atto procedure inadeguate prima che questo problema diventasse così grave”.
Così il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi che in un’intervista al Corriere della Sera ha sottolineato che sul fronte migranti nel governo la linea è comune. Intanto prima del Consiglio europeo in programma questo mese, la testata tedesca Bild scrive che la Germania ha chiesto che si tenga un summit straordinario Ue per risolvere la questione di rifugiati.
In agenda lunedì 18 giugno c’è l’incontro a Berlino tra il premier Conte e la cancelliera Angela Merkel dove si discuterà oltre che di riforme dell’Eurozona a anche di migranti, tema spinoso che nelle ultime ore ha messo anche in un equilibrio precario il governo tedesco aprendo uno squarcio tra la Cancelliera e il partito alleato CSU del ministro degli Interni. Per la locomotiva d’Europa si tratta, secondo un economista, della “peggiore crisi politica” in oltre dieci anni.
“È senza dubbio la peggiore crisi politica che Merkel ha dovuto mai affrontare nei suoi 13 anni da Cancelliera tedesca”, osserva ai microfoni della CNBC Holger Schmieding, chief economist di Berenberg Bank.