ROMA (WSI) – “Sono impegnato per stroncare il traffico odioso dei clandestini, in questa nostra guerra contro gli scafisti”. A dirlo il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio in un’intervista a Repubblica dopo il caso del trasbordo dalla nave di Medici senza frontiere che non ha firmato il codice con il Viminale ad una Guardia costiera che dipende proprio dal ministero guidato da Delrio.
Un caso che ha acceso un duro contrasto con il ministro degli Interni Marco Minniti che vorrebbe applicare il codice di comportamento per le Ong stilato dal Viminale alla lettera, mentre il collega dei Trasporti vuole dare più margine alle regole internazionali del salvataggio in mare e alle ragioni umanitarie in nome delle quali agiscono le organizzazioni non governative.
“In questi giorni da destra mi hanno descritto come il cattolico terzomondista che si oppone alla linea di quelli ‘legge e ordine’. Ecco, questo mi ha dato fastidio. Io rispetto la legge dello Stato. Lavoro per l’ordine e la sicurezza. Sono impegnato per stroncare il traffico odioso dei clandestini, in questa nostra guerra contro gli scafisti. Ma se c’è una nave di una Ong vicina a gente da soccorrere, non posso escluderla. E anche se non ha firmato il codice di autoregolamentazione, sono obbligato a usarla per salvare vite umane”.
Così ha detto Delrio a Repubblica e in merito al caso della “Prudence”, la nave di Medici senza frontiere che ha rifiutato di firmare il codice del Viminale, trasportante 127 migranti a bordo salvati al largo della Libia grazie al trasbordo della Guardia Costiera.
“Stiamo parlando di soccorso in mare – regolamentato dalle leggi internazionali – non di controllo dei flussi o delle politiche di integrazione. Questo soccorso non è derogabile, né discrezionale. Nel codice c’è scritto che il trasbordo si può fare, in situazioni particolari, coordinato dalla Guardia costiera. C’è qualcuno che non considera giusto affidare alla Guardia costiera questa valutazione? (…) se l’altra sera ci fossimo comportati diversamente, e fossero morte delle persone? E gli ufficiali fossero andati sotto processo, come è già successo? Ragazzi, non si scherza”.
Intanto il responsabile del Viminale non ha preso parte al Consiglio dei ministri di ieri arrivando così a sfiorare una vera e propria crisi di governo, ma in serata ha incassato la fiducia per il suo operato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il capo dello Stato ha espresso grande apprezzamento per l’impegno profuso nelle ultime settimane dal ministro dell’Interno, mentre palazzo Chigi ha lodato gli sforzi del Viminale, citando i risultati raggiunti. Firmata la tregua per ora ma fino a quando?