Quinta settimana in calo per Piazza Affari con il Mibtel che ha perso il 4,06%.
Sedute all’insegna della volatilità, degli scarsi volumi (meno di 3 miliardi di euro al giorno di controvalore) e di sottomissione rispetto alla Borsa di New York.
Unico avvenimento italiano della settimana appena trascorsa che ha influenzato Milano è stato il piano industriale dell’integrazione B.Intesa-Comit.
Un accordo che ha provocato ai rispettivi titoli una tendenza contraria rispetto a quella del mercato. Con il titolo Comit che ha guadagnato +6,76% e quello Intesa +6,42%, sempre su base settimanale.
Anche Mediobanca ha seguito questo andamento e ha guadagnato l’1,04% dopo la conferma che la quota Comit è in vendita.
Bene in settimana sono andate anche le Generali a +2,91% e Ras a +10,21% per le prospettive rosee indicate dalla stessa compagnia.
Si è mantenuta in tono Enel a+0,80% per il bilancio in positivo. Mentre continua a rimanere al palo Eni a -0,78% e Fiat a -0,40% sempre considerando i dati di partenza della chiusura della settimana precedente.
Ma è il settore della nuova economia e quello della telefonia che hanno risentito maggiormente del calo del Nasdaq.
Telecom ha perso il 4,51%; Tim il 12,53%; Olivetti il 6,25%; Tecnost il 3,08%.
Peggio è andata per il Nuovo Mercato con Tiscali a -15,81%; Opengate -12,56%; I.Net a -12,28%.
Anche per il settore dei titoli legati ai media la settimana è stata decisamente negativa: Espresso ha perso l’11,18%, SeatPG il 6,88%.
In sostanza i listini europei hanno perso meno di quelli americani, ma l’attesa è di incertezza.