ROMA – «Se ancora non vi hanno chiamato per l’assunzione è tutta colpa di Monti e dei suoi tagli. Vedrete che la banca vi chiamerà a settembre, state tranquilli». Così una banda di truffatori – guidata da una funzionaria della Bnl, da una sua collega in pensione e da un’anziana commerciante pregiudicata titolare di due atelier frequentati da vip in via Ludovisi e in via della Vite, nel centro di Roma – rassicurava le proprie vittime dopo averle convinte a pagare fino a 5mila euro per poter sostenere un falso colloquio per l’assunzione come impiegati nell’istituto di credito. Una maxi truffa da milioni di euro che ha coinvolto un migliaio di giovani disoccupati provenienti da tutta Italia, raggirati con il miraggio del posto fisso «a pagamento».
CENTINAIA DI CURRICULA – All’alba di martedì la polizia ha arrestato le tre donne (una è finita in carcere e le altre due ai domiciliari) con l’accusa di associazione a delinquere. Sequestrati centinaia di curricula dei candidati e falsi moduli prestampati, in parte rubati due anni fa alla Bnl, con i quali gli aspiranti impiegati venivano sottoposto a test attitudinali e a quiz di cultura generale, lingua francese e nozioni di economia aziendale.
VITTIME ADESCATE E BONIFICI – Nell’indagine svolta dagli investigatori del commissariato Trevi-Campo Marzio – alla quale ha collaborato l’Ufficio sicurezza della Bnl – ci sono anche tre indagati che avevano il ruolo di adescare i disoccupati proponendo loro la possibilità di entrare in banca. In realtà era una truffa ben congeniata. I ragazzi pagavano con bonifici alle tre arrestate e poi venivano convocati per I colloqui in grandi hotel del centro, attorno a via Veneto, per sostenere le prove.
CONVOCATI IN UN ATELIER – Alcuni candidati sono stati anche convocati nell’atelier della pregiudicata in via Ludovisi, dove in passato la titolare – secondo la polizia – avrebbe anche organizzato serate di beneficenza collegate a Telethon. La truffa è andata avanti per due anni, poi i candidati hanno cominciato a insospettirsi riunendosi su un blog nel quale hanno espresso le loro perplessità. Qualcuno ha sporto denuncia, molti altri non l’hanno fatto, forse proprio perchè avevano pagato per farsi assumere. Ed è stato proprio dopo la scoperta del blog che la Bnl ha accertato il raggiro a suo nome svolgendo indagini con la polizia.
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