Roma – Ancora dodici giorni. Poi anche Nicole Minetti avrà una sicurezza in più per il suo futuro. E per giunta a soli 27 anni, quando la maggior parte dei suoi coetanei deve lottare tutti i giorni per garantirsi il presente. Dal 21 ottobre, infatti, scatta anche per la giovane consigliere regionale del Popolo della Libertà in Lombardia il diritto a ottenere il vitalizio.
Sono stati raggiunti i 30 mesi di mandato che, secondo la legge regionale numero 12 del 20 marzo 1995, le permetteranno di riscuotere la pensione a soli 60 anni. Qualsiasi sarà l’esito della legislatura iniziata nel 2010 con la quarta elezione di Roberto Formigoni. Certo dovrà passare ancora molto tempo prima di poter cominciare ad avere quell’assegno da 1300 euro per il resto della propria vita.
La norma, infatti, stabilisce che “il consigliere che abbia versato il contributo per un periodo inferiore a 5 anni ma pari almeno a 30 mesi, ha facoltà di continuare, qualora non sia rieletto o cessi dal mandato, il versamento stesso per il tempo occorrente a conseguire il diritto all’assegno vitalizio minimo”.
Insomma la Minetti dovrà penare ancora, prima di ricevere il suo vitalizio. Ma sta scatenando molte polemiche il fatto che, in piena crisi economica e con le spese degli enti pubblici nel mirino, avrà la strada molto più spianata di tutti gli altri lavoratori, che avranno bisogno invece di arrivare a 66 anni e di versamenti più che trentennali per la pensione.
Il dibattito intorno al vitalizio della Minetti è legato anche alle possibilità delle sue dimissioni da consigliere regionale. Da più parti richieste, più volte prospettate e negate. Il tutto con toni e modi, spesso stimolati dall’ex show-girl ed igienista dentale, non sempre degni di una carica politica dall’importante peso specifico. Proprio pochi giorni fa la giovane esponente del Pdl ha espresso il suo pensiero sulle dimissioni nel corso della trasmissione ‘Domenica Live’ su Canale 5. “A me non l’ha mai chiesto nessuno di dimettermi – ha affermato – se Angelino Alfano lo chiederà a me personalmente, sarebbe una cosa di cui si può parlare”. La responsabilità della scelta, insomma, spetterebbe al partito. Anche se la situazione non è poi così lineare. “Finora non sono state sufficienti le argomentazioni – ha continuato la Minetti – perché dovrei dimettermi? Per delle critiche? Per delle bugie? Può anche essere che l’accanimento mediatico che c’è stato metta in difficoltà il mio partito”.
L’argomento di un’uscita anticipata dalla politica della consigliere regionale lombarda era stato ventilato dalla stessa protagonista anche qualche mese fa. Era fine luglio e in un’intervista al periodico “Vanity Fair” si poteva leggere: “Piuttosto che prendere un vitalizio dalla Regione Lombardia mi dimetto il giorno prima che scatti il diritto, il prossimo ottobre – giurava la Minetti in partenza per una vacanza a Los Angeles – decido da sola quando dare le dimissioni, non ho bisogno di ordini o pressioni”. Parole nette, ma era un’altra stagione. La calura estiva è passata. Evidentemente le alte temperature hanno lasciato spazio alla necessità di ‘coprire’ meglio il proprio futuro, che la Minetti vede ancora tra partiti ed elezioni. Magari ancora in Lombardia. “La politica non deve essere di persone solo preparatissime – ha affermato a ‘Domenica Live’ – merito assolutamente il posto in Regione, perché sono una giovane con tanta voglia di fare”.