“Tutti parlano di Brexit come di un grosso problema, ma è solo speculazione. Un problema più grande per l’Europa potrebbe essere la salute di alcune banche italiane”.
Le dichiarazioni del vice primo ministro e numero uno delle Finanze ceco Andrej Babis sul suo account Twitter rimbombano e fanno rumore nelle sale del vertice dell’Ecofin, la riunione tra i ministri delle Finanze dell’area euro in corso ieri a Bruxelles.
Il Capo del Tesoro italiano Pier Carlo Padoan non ci sta e rivendica la soliditĂ complessiva del settore nonostante la montagna di crediti deteriorati, pari a quasi il 17% del totale dei prestiti in portafoglio, e la carenza di liquiditĂ di alcuni istituti come MPS e Unicredit.
Alla riunione “non si è parlato di banche italiane”, secondo Padoan. L’affermazione pesante viene definita da un arrabbiato Padoan come “totalmente infondata”. Il politico italiano ex Ocse osserva come ci sia “una percezione del sistema bancario italiano che è totalmente distorta“.
Padoan ha spiegato che durante l’Ecofin è stata fatta una “valutazione generale sugli impatti di Brexit” che “ha fatto emergere instabilità in tutto il sistema bancario europeo e non solo”, ma pertanto “non soltanto sul sistema italiano”.
Secondo Padoan non c’è preoccupazione in Europa, ma semplicemente interesse per i nuovi sviluppi e per il possibile piano di aiuti pubblici a sostegno del comparto: c’è “curiosità per quello che si sta facendo sia a livello di mercato che di intervento pubblico” e si troveranno soluzioni e misure precauzionali “entro il sistema delle regole” con l’obiettivo di “salvaguardare i risparmiatori” evitando il ricorso alregime di bail-in come invece avvenuto alla fine del 2015 per le quattro banche regionali.
A essere preoccupati sono sicuramente i mercati, con il titolo Unicredit che nonostante i rialzi più recenti ha perso il 59% circa da inizio anno. Le azioni MPS fanno segnare un +10% oggi, sulla speranza di accelerazione del processo di smaltimento delle sofferenze, ma la perfomance negli ultimi sei mesi in Borsa è negativa del -63%.
Fonte: La Stampa
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