ROMA (WSI) – Non è un buon segnale per i mercati che, nel bene e nel male, chiedono solo chiarezza. E non è certo chiarezza quella che sta arrivando in queste ore dalla Svizzera. Tutt’altro.
Secondo un’anticipazione di Handelszeitung, relativa a un articolo che sarà pubblicato domani, il ministro delle Finanze Eveline Widmer-Schlumpf avrebbe firmato un documento confidenziale, che sarebbe stato discusso la scorsa settimana dal governo, e che afferma che dovrebbe essere “valutato” un nuovo tasso minimo di cambio nel rapporto euro/franco svizzero.
Con una mossa a sorpresa che ha scatenato il caos sui mercati, lo scorso 15 gennaio la Swiss National Bank ha eliminato il tasso minimo di 1,20 a cui il franco scambiava nei confronti dell’euro dal settembre del 2011. All’epoca, il tasso minimo era stato fissato per proteggere l’economia svizzera dalla crisi dei debiti sovrani dell’Eurozona e difendere i gruppi esportatori da un indesiderato rafforzamento della valuta nazionale.
Il cambio euro/franco svizzero, infatti, era stato fissato in modo che l’euro non potesse scendere sotto 1,20 franchi svizzeri. (e che di conseguenza non ci volessero meno franchi svizzeri per un euro, dunque che il franco non si apprezzasse).
Il 15 gennaio c’è stato il dietrofront della Banca centrale svizzera. Ma evidentemente i politici non hanno gradito la mossa, dal momento che ora salta fuori il rumor secondo cui il ministro delle Finanze sarebbe favorevole a introdurre un tetto minimo di cambio. E dalle indiscrezioni risulterebbe che anche il ministro dell’economia Johann Schneider Ammann sarebbe d’accordo.
Non solo: a rischio ci sarebbe l’indipendenza della Swiss National Bank, dal momento che secondo il documento il governo svizzero dovrebbe avere maggiore influenza sul potere decisionale della Banca centrale. Un desiderio di controllo che fa ripensare anche alle pressioni che il presidente della Turchia Erdogan ha esercitato recentemente sul istituto centrale del paese.
Tuttavia poco fa dal governo svizzero sono arrivate le smentite. “Handelszeitung sostiene in un’anticipazione giornalistica che due consiglieri federali vogliono reintrodurre il tasso di cambio minimo. Questa affermazione è falsa e la smentisco categoricamente”, si legge in una nota del portavoce del Consiglio federale, André Simonazzi. “Per il resto, considerato che le sedute del Consiglio federale sono confidenziali, non ci saranno altre informazioni in merito”.