NAPOLI (WSI) – La lotta al terrorismo si combatte anche on line, lo sa bene il ministro dell’Interno Marco Minniti che alla vigilia del G7 dei ministri degli Interni che si apre oggi a Ischia indica le minacce a cui bisogna far fronte velocemente.
“Islamic State è un’organizzazione capace di tenere insieme un’arcaicità delle regole e un’assoluta modernità e spregiudicatezza nell’utilizzo della Rete. Internet è stato il loro principale strumento di affermazione nel mondo, è responsabile di oltre il 70 per cento delle conversioni al radicalismo, è fondamentale per il reclutamento, per l’addestramento virtuale, per il potere di emulazione, oltre ovviamente che per la propaganda”.
Il ministro degli Interni italiani indica la strada da seguire per mettere un freno all’avanzata in rete dell’Isis e che presuppone un’alleanza strategica con i big di Internet.
“Il nostro obiettivo è una grande alleanza fra governi e provider contro il terrorismo. Bisogna trovare il modo di intervenire senza mettere in discussione la grande apertura democratica consentita dai social e dall’accesso alla Rete. Io penso che si debba studiare con loro un sistema di blocchi automatici di questi contenuti. Tecnicamente è possibile. Islamic State ha utilizzato il web e l’ha contaminato con un malware del terrore. I provider ci devono aiutare a bloccare questo malware con un antivirus automatico. Non vogliamo imporre nulla, per avere successo serve uno spirito collaborativo”.
Quando si parla di internet il pensiero non può non andare alle ingerenze degli hacker nelle elezioni, come avvenuto in Usa con l’elezione di Donald Trump e il timore che ci possono essere attacchi simili anche per le prossime elezioni italiane.
“Abbiamo la direttiva Gentiloni sulla cyberdefense. Uno scudo basato su tre pilastri, che compongono la risposta unitaria del sistema paese. Il più importante ovviamente è la prima linea costituita dall’Intelligence, dalle Forze armate, dalla Polizia postale e dal Dis che coordina il tutto (…) Pochi lo sanno ma abbiamo messo in piedi un’alleanza con il mondo dell’accademia, abbiamo costruito un rapporto con 500 docenti italiani e un elevato numero di facoltà che ci tengono aggiornati (…) Sentinelle no, ma ci aiutano con la loro elaborazione teorica (…) Stiamo puntando su giovanissimi cervelli. Selezioniamo un’avanguardia digitale anche prima dell’ingresso all’università, perché il rapporto con il web, come è noto, è inversamente proporzionale all’età”.