(9Colonne) – Roma, 24 lug – Il 21 febbraio scorso il premier Romano Prodi salì al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Quel giorno il Senato bocciò la politica estera del ministro Massimo D’Alema che aveva parlato in un clima arroventato. Sono passati cinque mesi, ma in molti giurano che lo stesso copione si ripeterà oggi. Il titolare della Farnesina, che tra poco farà il suo ingresso in aula, sembra sereno. “Mi auguro – ha detto ieri da Bruxelles – che sia un momento utile, di discussione, di arricchimento e svolgerò una relazione che spieghi il senso delle nostre iniziative all’estero”. In ogni caso, aveva aggiunto D’Alema, il confronto in Senato “non è qualcosa che debba essere temuto”. Il vicepremier informerà l’Aula sulle linee guida del suo dicastero sulle missioni internazionali alle 16, mentre il voto sui documenti presentati è atteso intorno alle 20.30. Sette in tutto le risoluzioni al vaglio dei senatori. La prima, presentata dalla maggioranza è composta di una sola frase: “Udita la relazione del ministro si approva”. Nella seconda, presentata da tutta la Casa delle libertà, si invita il governo, con riferimento alle discusse osservazioni di D’Alema su Hamas, a escludere da una possibile intesa per Israele coloro che non hanno rinunciato al terrorismo. La terza risoluzione è quella presentata dal senatore dissidente Fernando Rossi, uscito dal Pdci dopo aver votato contro il governo lo scorso febbraio: il documento al voto impegna a sospendere la decisione di realizzare la base statunitense di Vicenza. La quarta risoluzione, a firma di Alfredo Mantica, di An, di Roberto Antonione (Dca) ed Enrico Pianetta (Fi) rinnova l’amicizia tra Italia e Stati Uniti definendola un “pilastro” della politica internazionale. Il quinto punto al vaglio del Senato ha al vaglio un’altra risoluzione degli stessi tre senatori del centrodestra nella quale si conferma l’impegno in Afghanistan “pur profilando una lunga e complessa presenza per la costruzione della pace e la stabilità del paese”. Di Mantica, Antonione e Pianetta anche la sesta risoluzione che esorta il governo ad ampliare la base di Vicenza rispettando gli impegni presi con l’amministrazione Usa. Infine, la settima risoluzione, quella del leghista Roberto Calderoli, che di solito non risparmia “tranelli” per la maggioranza. Fernando Rossi ha già annunciato che voterà soltanto la sua risoluzione e si asterrà dal voto su quella presentata dall’Unione. L’astensione dell’ex deputato del Pdci, insieme a quella probabile di Franco Turigliatto, farà scendere il quorum necessario per la maggioranza, che potrebbe essere tenuta a galla dal sostegno dei senatori a vita presenti. Dall’Udc, infatti, “non c’è stato, non c’è e non ci sarà nessun soccorso”, ha sottolineato il capogruppo Francesco D’Onofrio.Un appello affinché la Cdl sostenga il governo arriva da Francesco Cossiga. L’ex presidente della Repubblica dichiara: “Quando questo pomeriggio gli amici dell’opposizione voteranno al Senato sulle dichiarazioni del ministro degli Esteri, pensino che se l’Italia è l’unico Paese nel quale non è stato compiuto alcun atto di terrorismo da parte di organizzazioni della Jihad islamica, ciò è dovuto essenzialmente alla politica estera e militare del nostro governo, e particolarmente a quelle del ministro degli Esteri D’Alema e del ministro della Difesa Parisi”.