Gli Stati Uniti rappresentano da sempre un punto di riferimento in tema di investimenti e pianificazione finanziaria. Storicamente, gli americani hanno una maggiore cultura finanziaria rispetto agli italiani e una propensione più marcata ad investire i propri risparmi per proteggersi dall’inflazione, incrementare il proprio capitale e far fronte alle necessità future.
Per raggiungere i migliori risultati possibili, i cittadini statunitensi si affidano sempre più spesso ai professionisti del settore, ovvero i consulenti finanziari. A certificarlo è il “2024 Planning & Progress Study”, una ricerca di Northwestern Mutual Life Insurance su mondo del lavoro, pensioni e fiscalità, che indaga i comportamenti degli americani in ottica di gestione del denaro, processi decisionali negli investimenti e altri elementi che hanno un impatto sulla stabilità finanziaria nel lungo periodo.
Dall’analisi, basata su un campione di 4.588 individui, emerge che i soggetti affiancati da un consulente finanziario “hanno abitudini finanziarie migliori, risultati superiori, meno ansia, maggiore sicurezza e più tempo per vivere la vita che sognano”, afferma John Roberts, advisor presso Northwestern Mutual.
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Cosa offre un consulente.
I vantaggi nell’affidare la gestione dei propri risparmi a un consulente sono molteplici e comprovati. L’aiuto di un esperto consente innanzitutto di redigere un piano di investimento di lungo termine che tenga conto dei diversi cicli economici e della volatilità dei mercati finanziari. Con una pianificazione finanziaria adeguata, il cliente ha una migliore percezione di quanto possa permettersi di spendere oggi e di quanto debba invece risparmiare per il futuro. Inoltre, si assicura di avere disponibilità sufficienti per coprire interamente la propria vita e far fronte ad eventuali emergenze. Il supporto di un professionista aiuta a difendersi dall’inflazione, che erode il potere d’acquisto nel tempo, ma anche far fronte alla restituzione dei debiti e alle spese per l’assistenza sanitaria.
Infine, permette di costruire un eventuale tesoretto da lasciare in eredità ai posteri o per effettuare donazioni. Alla pari di un personal trainer, che aiuta le persone ad allenare il proprio corpo, i consulenti sono in grado di mostrare loro le tecniche e gli esercizi per “rafforzarsi” dal punto di vista finanziario, guidandole passo dopo passo per raggiungere gli obiettivi prefissati nel minor tempo possibile.
I dati chiave dell’analisi.
I risultati dell’indagine mostrano che gli americani con un consulente si aspettano di andare in pensione a 64 anni, due anni prima rispetto agli altri. Ma, soprattutto, arrivano a questo traguardo avendo risparmiato più del doppio rispetto a chi non si è affidato a un esperto: 132.000 dollari contro soli 62.000 dollari. L’ammontare mediamente accantonato nel 2024, secondo il sondaggio, si attesta a 88.400 dollari, leggermente inferiore agli 89.300 dollari del 2023 ma molto al di sotto dei 98.800 dollari del 2021. Curioso osservare che l’importo ritenuto adeguato, in media, per ritirarsi senza pensieri dalla vita lavorativa è decisamente più elevato e pari a 1,46 milioni di dollari.
Citando altri dati, tre americani su quattro appoggiati da un consulente confidano di giungere preparati alla pensione e il 62% di essi (quasi due su tre) sa quanto risparmiare per arrivarci in maniera confortevole. Per chi non si affida ad un esperto questi numeri scendono irrimediabilmente al 45% e al 34 per cento.La differenza è marcata anche per quanto riguarda i cosiddetti “high-net-worth-individual” (HNWI), i soggetti privati con elevata disponibilità finanziaria (il 18% del campione). Gli americani con un patrimonio netto superiore a 1 milione di dollari supportati da un professionista si aspettano di raggiungere la pensione prima (a 61 anni, contro 62) e sono più propensi a credere che saranno pronti, dal punto di vista finanziario, nel momento di concludere la loro vita lavorativa (92% contro 77%).
Ma non solo; l’82% dei benestanti con un consulente ha redatto un testamento, un documento fondamentale in ottica di pianificazione patrimoniale, contro la metà degli individui facoltosi non seguiti da un advisor.Un altro concetto interessante evidenziato dallo studio di Northwestern Mutual è che l’età media degli americani che decidono di affidarsi a un consulente si sta abbassando con il trascorrere del tempo. In media, i Millennial si sono rivolti formalmente ad un professionista per la prima volta a 29 anni, contro i 38 anni della Generazione X e i 49 anni dei baby boomer. Questi dati indicano senz’altro una tendenza positiva, poiché iniziare ad investire anticipatamente, in maniera consapevole, permette di beneficiare per più tempo dell’interesse composto, ottenendo risultati migliori nel lungo termine.
È interessante notare che i 29 anni coincidono anche con l’età media in cui gli americani si sposano, mentre l’età in cui una madre ha il suo primo figlio è mediamente pari a 30 anni. Questo lascia pensare che, ad oggi, molte persone cominciano a pianificare la propria vita dal punto vista finanziario in corrispondenza di un evento importante come il matrimonio o la nascita del primogenito.
La fiducia nei consulenti.
Uno degli aspetti più significativi, soprattutto nel confronto con le abitudini degli italiani, è il fatto che i cittadini statunitensi affermano di fidarsi dei consulenti finanziari più di qualsiasi altra fonte in tema di risparmio e investimenti. Una considerazione che non dovrebbe stupire, visto che in qualsiasi altro ambito è consuetudine rivolgersi ad un professionista del settore per ottenere risultati concreti ed efficienti.
Eppure, questo non è sempre vero in ambito finanziario, dove spesso le persone tendono ad ascoltare prevalentemente i consigli di familiari, coniugi, amici, siti internet e social media per decidere dove e come allocare il proprio denaro.
Nel caso specifico esaminato dallo studio, gli americani che hanno chiesto la consulenza di un advisor rappresentano il 33% del totale, più del doppio rispetto ai membri della famiglia (16%) e otto volte rispetto agli influencer di piattaforme come Reddit o TikTok (4%). In tal senso, è altresì incoraggiante notare che sempre più genitori stanno assumendo la buona abitudine di coinvolgere i figli adolescenti e/o giovani adulti nelle riunioni annuali con i consulenti, introducendoli alla pianificazione dei risparmi e alle questioni finanziarie della famiglia.
Inoltre, lo studio evidenzia come gli americani siano sempre più proattivi nella ricerca di consulenti. Il 70% del campione intervistato riconosce la necessità di apportare miglioramenti nella gestione delle proprie finanze e il 29% di chi non si affidava ad un esperto ha avviato un percorso con un professionista o è intenzionato a farlo a breve.
Un esempio da seguire.
Nel complesso, i risultati dello studio indicano una tendenza sempre più marcata dei cittadini statunitensi a rivolgersi ai consulenti finanziari, il cui ruolo professionale è ampiamente riconosciuto e apprezzato. Lo stesso, probabilmente, non si può affermare con altrettanta sicurezza in Italia, dove la propensione a investire è meno radicata e spesso i risparmi vengono tenuti fermi sui conti correnti o amministrati in maniera approssimativa, senza una pianificazione adeguata. Basti pensare che, a causa delle limitate competenze e della paura di investire, le risorse bloccate sui conti degli italiani ammontano a circa 1.800 miliardi di euro, quasi quanto l’intero Pil del 2023, pari a 2.085 miliardi di euro (fonte Istat).
L’esempio di un Paese più avanzato dal punto di vista della cultura finanziaria dovrebbe aiutare a capire che il supporto di un professionista non è soltanto utile, ma necessario per ottimizzare la gestione delle finanze e migliorare nel concreto la propria vita. Un consulente è in grado di porre domande più approfondite sulle esigenze del suo assistito e dei suoi familiari, fornire soluzioni più adatte al suo profilo di rischio e garantire la miglior preparazione finanziaria possibile al proprio cliente. La consulenza di un esperto è quindi fondamentale per programmare in maniera oculata le diverse fasi della vita, assicurandosi di avere sempre disponibilità adeguate alle mutevoli esigenze che accompagnano l’esistenza di ciascuno e non rimanere vittime della volatilità dei mercati.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di ottobre del magazine Wall Street Italia. Clicca qui per abbonarti.