NEW YORK (WSI) – Come di consueto Mitsubishi non ha emesso linea guida sull’esercizio fiscale iniziato ad aprile, lo stesso mese in cui è scoppiato lo scandalo sui test truccati. L’incertezza legata al caso della “truffa delle gomme” è ancora troppa per potere mettere giù dei numeri attendibili.
La perdita in termini di ricavi e immagine del brand sarà sicuramente grossa, dopo che la casa automobilistica giapponese ha ammesso di aver truccato per 25 anni i test sulle emissioni, alterando la pressione degli pneumatici delle sue citycar. Le multe e i costi eventuali saranno molto salati per il gruppo. Il titolo ha ceduto il 4% circa a Tokyo. Dallo scoppio dello scandalo la capitalizzazione di mercato di Mitsubishi è stata più che dimezzata e il prezzo è sceso ai minimi di sempre.
Il profitto operativo nell’anno fiscale conclusosi a marzo è salito dell’1,8% a quota 138,4 miliardi di yen (1,2 miliardi di dollari) contro le attese per un risultato pari a 129,62 miliardi di yen. Ma quello che più interessa i mercati e gli analisti del settore è sapere le previsioni del prossimo esercizio. E quelle, come di consueto avviene per la guidance a questo punto dell’anno, non sono state fornite. Il fatturato è aumentato del 4% a 2.270 miliardi di yen.
Intanto i problemi del gruppo escono dai confini giapponesi e lo scandalo minaccia di espandersi a macchia d’olio come già successo per Volkswagen. Il caso ha infatti attirato l’attenzione degli Stati Uniti, dove le autorità di controllo dell’Ambiente (l’Agenzia di Protezione Ambientale Usa) hanno chiesto alla casa automobilistica di condurre nuovamente i test sull’efficacia dei suoi motori, per verificarne l’impatto ambientale.
Mitsubishi ha ammesso di aver gonfiato i risultati dei test sulle emissioni, riconoscendo che il metodo di calcolo utilizzato dal 1991 non rispetta la legge giapponese. Come conseguenza, la casa automobilistica dovrà far recapitare alle autorità americane più informazioni sulle vetture vendute in Usa.