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Mitt Romney svizzero. E paga meno del 14% in tasse

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New York – Nuova tegola per il candidato Repubblicano in pole position per rappresentare il partito dell’Elefante alle prossime elezioni presidenziali Usa. Fino al 2010 Mitt Romney aveva un conto in una banca svizzera, che poi ha preferito chiudere per evitare eventuali danni di immagine.

Come promesso il businessman ha reso pubblica la sua dichiarazione dei redditi nel 2010 e da cui emerge che l’imprenditore ha versato un’aliquota effettiva del 13,9% su 42 milioni di dollari di entrate tassabili. Quest’anno dovra’ pagare allo stato una percentuale del 15,4% sulle sue entrate. Va ricordato che la maggior parte dei guadagni del rappresentante della destra conservatrice vengono da attivita’ di investimento.

Si riapre cosi’ con clamore la questione della “Buffett Rule”: i grandi ricchi americani sono tassati meno delle loro segretarie. Il presidente Usa Barack Obama ne parlera’ nel suo discorso sullo Stato dell’Unione stanotte, invitando al Congresso come “testimonial” proprio la segretaria di Warren Buffett, il quale la rese famosa (e da oggi ancora di piu’) quando disse che lui miliardario paga un’aliquota inferiore a quella della sua impiegata alla Berkshire Hataway. Di qui il termine “Buffett Rule”, che Obama vorrebbe proporre come nuova politica fiscale, per far si che l’aliquota dei redditi finanziari e non da lavoro dipendente (applicati ai super-ricchi come Buffet e anche Romney) aumenti dall’attuale 14-15% al 30%.

Nei giorni scorsi un report ha rivelato che Romney ha depositato milioni di dollari nelle isole Cayman, famoso paradiso fiscale. Si parla di 12 fondi domiciliati per 8 milioni di dollari a cui va aggiunto un altro fondo di circa 25 milioni.

Il patrimonio dell’imprenditore viene valutato intorno ai $190-$250 milioni. I suoi consulenti nella campagna delle primarie sostengono che la sua aliquota si basa quasi unicamente sui redditi da investimenti avvenuti tramite un blind trust e che pertanto Romney non prende decisioni sul modo e i tempi con cui i suoi soldi vengono investiti, in modo da evitare qualsiasi forma di conflitto di interesse.

Il conto bancario svizzero – chiuso nel 2010 dopo che un consulente ha deciso che avrebbe potuto creare imbarazzo a Romney sotto il profilo politico – e i depositi alle isole Cayman non sono stati utilizzati come veicoli per evitare di pagare le tasse, secondo quanto riferito dai collaboratori del businessman.

Ciononostante, l’immagine che ne esce e’ di un uomo ricco con grandi mezzi e benessere, che contribuisce ben poco alle attivita’ di beneficienza. Romney e consorte hanno devolto ad associazioni caritatevoli $7 milioni nell’arco di due anni e la maggior parte del denaro e’ finito nelle casse della chiesa dei Mormoni. La somma devolta alla confessione cristiana si stima che raggiungera’ i $2,6 milioni nel 2011.

In totale di tasse Romney ha pagato solo $3 milioni, meno di una persona che dichiara $50.000 l’anno. L’imprenditore ha intascato guadagni complessivi realizzati da investimenti (in bond, azioni, immobiliare) pari a $12,5 milioni nel 2010 e a quella voce dovrebbe guadagnare $10,7 milioni l’anno successivo. Sono numeri che in tempi di crisi finanziaria e sacrifici non piaceranno al popolo americano.

L’obiettivo dei depositi nei paradisi fiscali sarebbe stato quello di attirare investimenti stranieri. Ma attraverso i conti offshore Romney avrebbe potuto guadagnare a spese dello stato americano. I colpi a livello di immagine inflitti al candidato miliardario potrebbero essergli fatali e contribuire a far schiantare la sua campagna repubblicana a meta’ strada, proprio quando lo speaker della Camera dei Rappresentanti Newt Gingrich e il libertario Ron Paul sono in rimonta e guadagnano popolarita’.