Per ora nessuna decisione. Ma solo un avvertimento. “I nuovi obiettivi di deficit dell’Italia comportano rischi fiscali”. È questo il giudizio contenuto in una nota di Fitch sul DEf, diffusa ieri, in cui si specifica che “il processo per la messa a punto del bilancio ha evidenziato tensioni dentro la coalizione di governo” e per questo vede “rischi considerevoli per gli obiettivi, in particolare dopo il 2019”.
Fitch attualmente assegna all’Italia un rating BBB – due gradini sopra il livello speculativo – con prospettive negative. In vista della prossima revisione che arriverà nel primo trimestre 2019, spiega:
“I dettagli della politica di bilancio e la messa in pratica rimangono un elemento chiave della nostra valutazione sul rating sovrano” dell’Italia.
Fitch non sembra credere all’indicazione, contenuta nella Nadef, di “una moderata riduzione del deficit del 2020 al 2,1% del PIL“. Anzi, aggiunge,
“prevediamo un risultato più vicino al 2,6% previsto in agosto” che porterebbe a un rapporto deficit – Pil del 129,8% entro la fine del 2021, contro il 126,7% stimato dalla Nadef. Fitch prevede infatti “una crescita del PIL più bassa,1,2% nel 2019 e 0,9% nel 2020 contro 1,5% e 1,6% nella Nadef” che – si osserva – “contiene pochi dettagli sulle singole misure“.
Inoltre,
“le ‘strozzature’ strutturali potrebbero ostacolare l’obiettivo della Nadef di aumentare gli investimenti pubblici al 3% del PIL dall’attuale 1,9% alla fine dell’attuale legislatura e rappresentano un’ulteriore sfida alle previsioni del governo”.