Gemme straordinarie esprimono la magia delle favole nella collezione svelata in prima persona dal presidente e a.d. di Van Cleef & Arpels
A cura di Margherita Calabi
L’universo di Van Cleef & Arpels è da sempre sinonimo di sogno, bellezza e poesia. Fedele a questi aspetti è anche Quatre contes de Grimm, la nuova collezione di alta gioielleria presentata nella sede di Parigi, a due passi da Place Vendôme. Ma come nasce un gioiello Van Cleef? E con quale spirito?
Lo racconta in esclusiva Nicolas Bos, presidente e a.d. dal 2013.
Monsieur Bos, come nasce la collezione ispirata alle favole dei fratelli Grimm?
“Anno dopo anno cerchiamo di dare all’alta gioielleria di Van Cleef & Arpels una nuova dimensione, un nuovo punto d’inizio con elementi contemporanei, rimanendo fedeli all’identità della maison. I racconti delle favole sono da sempre una grande fonte d’ispirazione per le nostre collezioni. L’elemento magico è molto rilevante nell’alta gioielleria e nelle pietre preziose. Una favola ha molte connotazioni visive e lascia spazio a uno spettro di interpretazioni diverse. Negli anni abbiamo creato delle collezioni ispirate alle grandi opere dell’immaginazione, da Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare alla città subacquea di Atlantide fino a Peau d’Âne , la favola del 17° secolo di Charles Perrault. I fratelli Grimm hanno costruito un universo unico con una visione romantica del 19° secolo associata a Richard Wagner e all’universo di Goethe. Abbiamo scelto quattro racconti tratti da Fiabe per bambini e per il focolare, raccolte dai fratelli Grimm che potessero evocare il mondo della gioielleria: l’allegria delle principesse de Le scarpe logorate dal ballo, la saggezza degli eroi de Le tre piume e de L’uccello d’oro e la solidarietà de I musicanti di Brema.
Qual è la sua creazione preferita?
“Le dodici principesse, tutte della stessa dimensione, ognuna con una lavorazione diversa. Sulla scia di fate e ballerine, i cui disegni sono ormai una firma distintiva della maison, le principesse sfoggiano tutta la loro grazia. L’alta gioielleria è molto seria, costosa, rara e ha tecniche di lavorazione molto esclusive ma quella di Van Cleef & Arpels ha anche un tocco di leggerezza”.
Per la lavorazione di un pezzo di alta gioielleria quante ore ci vogliono?
“Si parte dalle 100 ore e si arriva a oltre 1000 ore per le creazioni più importanti. Dipende dal livello di complessità e dalle dimensioni del pezzo”.
Quanti sono i gemmologi della maison che lavorano su queste creazioni?
“Quindici persone lavorano nel reparto delle pietre preziose sia come esperti che come buyer. Ogni pietra viene accuratamente scelta dopo aver valutato con attenzione peso, bellezza della materia, eleganza della forma, purezza e tonalità”.
A chi sono destinati questi oggetti dei desideri?
“Abbiamo una clientela molto variegata in Europa, in America e in Asia, quest’ultimo è un mercato che si è sviluppato di recente. Alcuni clienti acquistano le pietre per investimento, altri si comportano come dei collezionisti d’arte e le considerano opere da esibire e da ammirare. La creatività nell’alta gioielleria ha rilanciato le dinamiche del mercato: è possibile trovare pezzi astratti e colorati, creazioni tecniche e altre più semplici, alcune caratterizzate da pietre eccezionali e altre dalla maestria artigiana”.
In che direzione sta andando il mercato dell’alta gioielleria?
“È un mercato che ha subito un’evoluzione molto positiva negli ultimi vent’anni. Una volta l’alta gioielleria era molto esclusiva, destinata solo alle famiglie più ricche e importanti, era un mercato che si sviluppava in determinati paesi e in determinate culture, con un focus sulle pietre straordinarie e sul valore dell’investimento. Oggi una nuova creatività e dimensione artistica hanno avvicinato una clientela più ampia”.
Tra i vostri clienti storici ci sono i marajah, Liz Taylor, Maria Callas, l’imperatrice di Persia, la duchessa di Windsor, la principessa Grace di Monaco, i principi Aga Khan. Qual è stato il pezzo più stravagante che avete realizzato per loro?
“Un ordine speciale per Jacqueline Auriol, aviatrice francese degli anni ’50: stabilì molti record mondiali ed è stata la prima donna a rompere la barriera del suono. Il signor Marcel Dassault, il più grande produttore francese di aerei, ordinò per lei una collana d’oro molto elegante ispirata a un motivo Chevron con un aereo d’oro e una scia di diamanti. Custodiamo questo pezzo nel nostro museo privato, è una creazione unica”.
Cosa possiamo aspettarci nel 2018 e nei prossimi anni? Qualche nuovo progetto o collaborazione?
“La gioielleria è disegnata, firmata e realizzata dalla maison. Collaboriamo con gli artisti solo per le presentazioni delle collezioni. Bob Wilson, direttore di teatro e visual artist, ha realizzato un’installazione per la collezione ispirata agli animali dell’arca di Noè. Un progetto artistico che sta facendo il giro del mondo. Il prossimo sarà con il coreografo Benajmin Millepied”.
Qual è stato il momento che ha amato di più nel corso della sua carriera alla maison Van Cleef & Arpels?
“Abbiamo lanciato la collezione ispirata alla favola Peau d’Âne con un evento speciale al Chateau de Chambord. C’erano ospiti esclusivi, attori e celebrities in un’atmosfera da sogno. Ho pensato che non avrei potuto vedere niente di più spettacolare. E poi il giorno che abbiamo presentato l’installazione realizzata in collaborazione con Bob Wilson. Sono un suo grande fan ed è stato eccezionale lavorare con lui. Reputo una grande fortuna poter creare dei momenti esclusivi intorno a queste collezioni straordinarie”.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di settembre del magazine Wall Street Italia.