NEW YORK (WSI) – Restera’ iscritta negli annali la frase pronunciata da Silvio Berlusconi nel novembre del 2010: “Ho restituito prestigio e autorevolezza all’Italia in campo internazionale, se permettete, con un premier che è il più esperto e quindi, anche a seguito di questo, tra i più considerati e influenti nei vertici mondiali”.
Inutile elencare la serie di gaffe, strafalcioni e scandali di cui si e’ reso autore il tre volte primo ministro e attuale candidato leader della coalizione di centro destra alle prossime elezioni del 24-25 febbraio.
Meglio concentrarsi sull’attualita’ che vede invece Mario Draghi (ex governatore di Bankitalia) e Fabrizio Viola (attuale AD della banca Monte Paschi) protagonisti involontari e in negativo del “rafforzamento” dell’autorevolezza italiana all’estero.
I due stanno facendo sbizzarrire le penne degli umoristi della satira estera, tornando ad assegnare all’Italia il ruolo di zimbello del mondo. Draghi ride mentre indossa un cappello con la scritta del verso dell’asino, mentre Viola si sbatte un uovo in faccia.
Negli ultimi giorni e’ venuto alla luce che il banchiere fiorentino sapeva delle pratiche contabili sospette dell’istituto di credito piu’ antico al mondo, travolto una settimana fa da una bufera sulle operazioni di investimento in strumenti derivati – ribattezzate “Derivatives Spaghetti” nelle vignette del blog William Banzai e riprese da altre testate internazionali.
[ARTICLEIMAGE]
L’agenzia Bloomberg ha rivelato che la Banca d’Italia individuò irregolarità contabili che consentirono a Monte dei Paschi di Siena di nascondere le proprie perdite per piu’ di due anni, prima che l’istituto venne costretto ad ammettere di dover rivedere i propri bilanci.
Critiche anche dalla Germania: “La banca tradizionale italiana mette in difficolta’ il presidente della Bce”, scrive Die Welt. “Lui e i suoi collaboratori di Banca d’Italia” che “non sono intervenuti tempestivamente su Mps”, quando il presidente era alla guida di Palazzo Koch. L’Handelsblatt titola “il ministro difende Draghi”, sottolineando dunque che il caso “ha raggiunto anche il parlamento italiano”.
Il manager Viola, dal canto suo, viene preso di mira per aver confidato di aver appreso degli sviluppi finanziari dell’istituto che dirige solo ultimamente, da un verbale segreto contenuto nei caveau della banca. “Senza dubbio perche’ le autorita’ di controllo italiane erano troppo impegnate a servire tartine a Davos”, commentano divertiti all’estero.
Per noi italiani e per i clienti ingannati dalla banca sono invece comiche dai risvolti molto amari.