Per il Monte dei Paschi le nozze con una banca italiana, UniCredit in testa, la fusione con un istituto straniero o la vendita a fondi di private equity: sono queste le tre strade che si mettono dinanzi alla banca toscana che a fine anno dovrà salutare il Tesoro dal suo azionariato. Ipotesi tutte sul tavolo visto che di recente alcuni azionisti di Unicredit si sono detti contrari al matrimonio con il Monte.
Intanto oggi la banca senese è chiamata a varare il capital plan da presentare alla Bce entro fine mese. Nel dettaglio si stima un fabbisogno di 2-2,5 miliardi di euro derivante da un deficit di 300 milioni al 31 marzo e da uno di 1 miliardo e mezzo a fine 2021. Sul mercato circola l’ipotesi che l’aumento avvenga in due fasi: prima l’emissione di un bond AT1 (obbligazione perpetua, senza scadenza) da 500 mln tra primo e secondo trimestre e poi un aumento di capitale, in fase di M&A, da circa 1 miliardo e mezzo di euro.
Monte dei Paschi, l’analisi di Equita sul capital plan
Gli analisti di Equita SIM ritengono che l’emissione di uno strumento AT1 potrebbe avvenire dopo l’approvazione del bilancio da parte dei soci e la creazione di una riserva distribuibile, sebbene tale opzione risulterebbe particolarmente onerosa considerando rendimenti degli strumenti Tier 2 (8% circa) e che la banca stessa ha dichiarato di prevedere un esercizio in perdita nel 2021 e il basso grado di patrimonializzazione post deal con Amco (CET1 fully phased al 9.5%).
Il piano così strutturato potrebbe inoltre incontrare ostacoli all’approvazione da parte del regulator, alla luce del probabile deterioramento dell’asset quality allo scadere degli effetti delle moratorie e del prossimo stress test EBA, i cui risultati saranno pubblicati a fine luglio.
Per il dossier Unicredit si attende il nuovo a.d.
Secondo la Stampa, il ministero dell’Economia starebbe inoltre valutando una nuova cessione di crediti deteriorati ad Amco in modo da eliminare completamente lo stock di deteriorati dal bilancio del Monte dei Paschi in modo da rendere più appetibile la banca in ottica di un deal con Unicredit per il quale nei giorni sono state confermate le indiscrezioni circa il nuovo amministratore delegato Andrea Orcel che subentrerà a Mustier che lascerà la banca milanese ad aprile dopo l’approvazione del bilancio 2020. Pertanto fino a quella data non sarà possibile conoscere la strategia di Unicredit in merito ad una possibile integrazione con la banca senese.