Milano – Con la strada spianata da Draghi e il suo piano anti-spread, si e’ riaffacciato sul mercato dei bond anche l’indebitato istituto di credito Monte dei Paschi di Siena, che l’11 settembre ha lanciato un’emissione senior unsecured a due anni, la prima dallo scorso febbraio.
Ma al contrario di quanto avvenuto per Intesa SanPaolo e Unicredit, il mercato ha accolto con una certa freddezza la collocazione della banca senese. Il 10 settembre l’emissione 2016 lanciata da Intesa SanPaolo, collocata per 1,25 miliardi, aveva rastrellato ordini per 3,25 miliardi. Il Monte, a causa della propria situazione debitoria, si trova nella condizione di riconoscere tassi piu’ alti della banca torino-milanese.
Il bilancio del collocamento destinato agli istituzionali, il cui mandato e’ stato affidato a Citigroup, Morgan Stanley, Natixis e ai propri uffici, non si puo’ definire positivo. I libri sono stati chiusi con ordini di poco sopra i 500 milioni di euro e il premio è confermato a 450 punti base.
Gli analisti giudicano anomalo e forzato, probabilmente dalla Banca d’Italia che sta vigilando giorno per giorno sulle attività dell’istituto guidato dall’amministratore delegato Fabrizio Viola.
Nel dettaglio si e’ trattato di un bond senior biennale due anni dedicato agli istituzionali, secondo quanto comunicato al Sole 24 Ore Radiocor da fonti bancarie, le quali riferiscono che l’emittente sta pensando in questi momenti a un riparto, tenendo in considerazione che il suo obiettivo ordinario era un’emissione di carattere benchmark (attorno ai 500 milioni di euro appunto). Il bond Mps paga dunque un premio di circa 180 punti base in piu’ dei titoli analoghi delle altre primarie banche italiane.
Anche perche’ l’istituto di credito toscano vanta un rating piu’ basso della concorrenza: ‘Baa3′ con outlook negativo da Moody’s, ‘Bbb’ con outlook ‘stabile’ da Fitch e ‘Bbb-’ con prospettive ‘negative’ da parte di Standard and Poor’s. L’emittente ha affidato il mandato per il collocamento del nuovo bond a Citigroup, Morgan Stanley, Natixis e ai propri uffici.
SCETTICISMO SUL NOME MONTEPASCHI. «Diciamo che forse dovevano essere più generosi sullo spread: hanno offerto 40-50 punti base in più rispetto al secondario, ma evidentemente al momento non risulta appetibile. E d’altra parte Monte dei Paschi è un nome che al momento non piace moltissimo», ha spiegato a Reuters un operatore del settore.
La difficoltà incontrate da Monte dei Paschi sono coerenti con la situazione debitoria dell’istituto, che per centrare i parametri di rafforzamento patrimoniale indicati dall’Eba ha dovuto ricevere il supporto del Tesoro. «Va anche considerato che su questa scadenza il mercato aveva corso molto negli ultimi giorni, complice l’euforia per la Bce. Forse qualcuno si è accorto di essere andato un po’ troppo oltre e si sta riposizionando, probabilmente anche in vista delle decisione di domani della Corte costituzionale tedesca sul Fondo salva Stati», spiega un altro dealer a Reuters.