MILANO (WSI) – Per rattoppare il buco di bilancio emerso dagli stress test, Monte dei Paschi di Siena varerà un nuovo aumento di capitale.
La banca più vecchia al mondo riunirà mercoledì 5 novembre il cda per approvare il piano, a cui i piccoli azionisti hanno annunciato di voler partecipare.
L’aumento, volto a colmare il deficit patrimoniale di 2,1 miliardi, prevede “la copertura integrale del deficit attraverso un aumento di capitale”, si legge in una nota di Mps che esclude “nuovi aiuti di Stato”.
La nota non specifica tuttavia il tipo di aumento di capitale, se anche con l’emissione di bond convertibili computabili a patrimonio e solo con azioni e, in questi caso, se con l’esclusione del diritto di opzione e dunque riservato a soci forti, oppure se con il diritto di opzione a favore degli attuali soci di Mps. Nel primo caso, al contrario del secondo, le azioni non passerebbero dalla Borsa, pur rimanendo una operazione di mercato.
Le indiscrezioni di stampa parlano comunque di un consorzio di garanzia in fase di allestimento, vi parteciperebbero i due advisor Citigroup e Ubs oltre una pattuglia di banche già comprese nel consorzio che aveva guidato l’aumento di capitale da 5 miliardi di euro dello scorso luglio. Se così, appare più probabile una ricapitalizzazione non riservata ma aperta anche agli attuali soci, tra cui Fintech Advisory (4,5%), Btg Pactual (2%) e Fondazione Mps (2,5%).
MPS è già stata salvata due volte negli ultimi 5 anni. Dopo un fine settimana di speculazioni che hanno parlato di aiuti statali o di operazioni di fusione e consolidamento, i mercati dovrebbero accogliere con favore la notizia.
Il titolo ha perso il 40% in una settimana, a dimostrazione del fatto che al momento la fiducia degli investitori nella capacità dei manager di ritornare a galla non è altissima.
Intanto in un’altra notizia riguardante il settore bancario, Intesa Sanpaolo, gruppo promosso agli esami delle autorità di politica monetaria, ha informato che venerdì scorso si è concluso il periodo di offerta dei Certificate emessi da Credit Suisse, destinati ai dipendenti del Gruppo nel contesto del piano di investimento basato su strumenti finanziari denominato Leveraged Employee Co-Investment Plan (“Lecoip”) approvato dall`assemblea dell`8 maggio scorso e già comunicato al mercato.
In sintesi, il Lecoip prevede – oltre all`assegnazione gratuita di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo acquistate sul mercato (“free shares”) – l`attribuzione al dipendente di ulteriori azioni ordinarie Intesa Sanpaolo, di nuova emissione a fronte di un aumento gratuito di capitale (“matching shares”), e la sottoscrizione, da parte del dipendente, di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione rivenienti da un aumento di capitale a pagamento riservato ai dipendenti, con emissione di azioni a un prezzo scontato rispetto al valore di mercato (“azioni scontate”).
I certificate sono suddivisi in tre categorie e hanno caratteristiche diverse a seconda che siano destinati ai dipendenti cosiddetti risk takers, ai dirigenti ovvero alla generalità dei dipendenti.
Complessivamente, alla data di conclusione del periodo di offerta, hanno aderito al piano di investimento 50.298 dipendenti del gruppo, pari al 79% degli aventi diritto, per un controvalore, corrispondente alle free shares e matching shares, pari a circa 150 milioni di euro.