Roma – Le caratteristiche dell’operazione dovrebbero essere rese note nelle prossime ore, dopo il cda di oggi che dovrà approvare il piano. Ma l’operazione che ha preso forma nei giorni scorsi per consentire all’istituto senese di rispettare le richieste dell’Eba prevederebbe nuovamente il ricorso ad una emissione obbligazionaria che sarà sottoscritta dallo Stato.
L’ammontare dell’emissione dovrebbe essere di circa tre miliardi, che comprenderebbero però anche 1,9 miliardi necessari per rimborsare i Tremonti-bond emessi dall’istituto nella primavera del 2009.
L’operazione dovrebbe, da un lato, dare maggiore serenità ai vertici dell’istituto, dopo che i piani per dismettere una parte degli sportelli della rete ex Antonveneta non si sono rivelati perseguibili a causa delle basse quotazioni e della sostanziale assenza di compratori.
Di fatto, l’unica cessione che sarà esaminata oggi, a pochi giorni dalla scadenza del 30 giugno fissata dall’Eba è quella del 60 per cento di Biverbanca che sarà ceduto alla Cassa di Risparmi odi Asti per una cifra superiore ai 200 milioni ipotizzati nei giorni scorsi da fonti di stampa. Atteso anche un annuncio sulla cessione di una parte delle attività di back office.
A rinforzare la squadra di Viola dovrebbe arrivare, come Chief operating officer, Alfredo Montalbano, già in Aviva e poi in Accenture.
Le condizioni del mercato, rendendo di fatto non praticabile la strada delle cessioni inizialmente ipotizzate, hanno così spinto il management a cercare soluzioni alternative. La via dell’emissione di Co.Co. bond, strumenti ibridi di capitale piuttosto in voga negli ultimi due anni di ripatrimonializzazioni forzate in tutta Europa, avrebbero però ricevuto un’accoglienza tiepida in Bankitalia.
Così la soluzione trovata dal presidente Alessandro Profumo e dall’ad Fabrizio Viola, concordata con Bankitalia e con il Tesoro, è quella di una nuova emissione di titoli ibridi riservata al Tesoro, per un ammontare appunto di circa 3 miliardi.
La cifra che consentirebbe di adempiere alle richieste dell’Eba di un Core Tier 1 al 9% per la quale manca ancora un miliardo – e di rimborsare i Tremonti-bond del 2009. Il regolamento d’emissione prevedeva infatti in caso di mancato rimborso dopo tre anni un meccanismo che ne incrementa l’onerosità. L’operazione avrebbe dovuto essere chiusa venerdì scorso, ma in realtà nel fine settimana e ancora ieri gli uffici del Tesoro e quelli della banca hanno continuato a lavorare sulle tecnicalità dell’operazione. Inizialmente era infatti stata richiesta al Tesoro la riapertura dei termini dei Tre-bond, anche se a ieri non risultava questa l’opzione sul tavolo.
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