E’ il primo presidente del Consiglio italiano intervistato sul floor del New York Stock Exchange. Esecutore di direttive Ue e Bce, si, ma almeno questo premier sta ridando dignita’ al ruolo dell’Italia nel mondo. Attenzione pero’: anche se l’effetto mediatico/politico e’ molto positivo, la gente continuera’ a soffrire. E le PR internazionali non cambieranno la drammaticita’ della crisi nel 2012. Riuscira’ Monti a salvarci dal crack? “L’ipotesi di un default italiano e l’uscita dell’Italia dall’euro fanno parte della fiction”, ha dichiarato Monti, nel corso della lunga l’intervista concessa alla tv Cnbc Usa alla giornalista Maria Bartiromo. “Non credo nemmeno che questo accadrà alla Grecia, ma senz’altro non è un’ipotesi per l’Italia” ha specificato il presidente del Consiglio. Ecco per i lettori di Wall Street Italia il video con l’intervista.
«Non credo ci sarà un default della Grecia» né una sua uscita dall’euro. Così il premier Mario Monti da New York a proposito dell’aggravarsi della crisi ad Atene. Il presidente del Consiglio italiano esclude anche qualsiasi legame della Grecia con l’Italia e liquida l’ipotesi che il nostro Paese possa finire fuori dalla zona euro come una «thrilling fiction».
LA VISITA NEGLI USA – Il premier italiano ha incontrato a New York la comunità finanziaria. Circa due ore le ha trascorse a Wall Street per vedere gli operatori della borsa. I mercati ci chiedono di «continuare quello che abbiamo cominciato», commenta Monti, che si dice anche sicuro di aver «convinto gli investitori». «L’atteggiamento positivo verso la serietà dell’Italia nell’affrontare i problemi – spiega il premier – può spingere gli investitori internazionali a tornare sui titoli italiani». Monti riferisce inoltre di aver riscontrato «molto interesse per l’Italia e il mercato italiano».
BILANCIO – Il premier ha anche garantito la salute dei conti pubblici italiani: «Eravamo in una condizione d’emergenza. Quello che abbiamo ottenuto finora sono misure che riportano il budget a un equilibrio che arriverà entro il 2013, cioè due anni prima di molti Stati appartenenti all’Unione europea. E otterremo i risultati nonostante le stime pessimistiche sui tassi e sulla crescita». «I tassi d’interesse che in questo momento sono troppo alti stanno scendendo e scenderanno ancora, dando un “bonus” che potrà essere usato per stimolare la crescita», rassicura parlando all’emittente Cnbc. Monti ha quindi ricordato le misure di liberalizzazione e di semplificazione, sottolineando che manca ancora la riforma del mercato del lavoro: «Vorremmo arrivare a una conclusione entro marzo per renderlo più flessibile, moderno e meno discriminatorio, rispetto ai giovani e a chi sta fuori».
BANCHE – Sempre ai microfoni di Cnbc, Monti sottolinea infine che «le banche nei Paesi che sono altamente indebitati sono più vulnerabili, ma le banche italiane sono state meno colpite di altre» dagli effetti della crisi. Circa il declassamento da parte di Standard & Poor’s di 34 istituti italiani, il premier commenta: «È in gran parte un effetto atteso di precedenti decisioni».
dell’inviato ANSA Federico Garimberti
NEW YORK – Dopo la City di Londra, Mario Monti è convinto di aver persuaso anche Wall Street del fatto che i grandi investitori possano tornare a puntare sull’Italia e sui suoi titoli di Stato. E ciò grazie agli sforzi e alla serietà del governo nell’affrontare i nodi del Paese, sforzi che sono apprezzati e fatti non soltanto per soddisfare i mercati ma perché richiesti dagli stessi italiani. Se la visita di ieri a Washington era tutta incentrata sulla politica, la giornata newyorchese del presidente del Consiglio é dedicata ai mercati e alla finanza. C’é anche una ‘coda’ diplomatica con gli incontri alle Nazioni Unite, ma è chiaro che il cuore della visita è Wall Street. Dopo aver incontrato i vertici del New York Times e prima di recarsi alla sede della Borsa, il Professore vede il gotha della finanza Usa nel palazzo di Bloomberg, l’agenzia di servizi finanziari che ha fatto la fortuna dell’attuale sindaco della Grande Mela.
E’ qui che Monti incontra tycoon del calibro di George Soros e di Henry Kravis, della Kkr, uno dei grandi fondi di investimento che operano a Wall Street. Una manciata di grandi investitori, con i quali il presidente del Consiglio parla delle riforme fatte e di quelle in divenire. A questo proposito, sui tanti emendamenti presentati dalle ‘opposizioni’ al pacchetto liberalizzazioni, il premier si schermisce con una battuta: “Non ho ancora avuto il tempo di guardarli tutti” perché convinto che alla fine, come fanno sapere dal Pdl, i partiti che sostengono il governo non lo toccheranno quasi per nulla. L’incontro con l’elite finanziaria, almeno stando a quanto riferisce lo stesso Monti, è più che positivo: penso di aver convinto gli investitori, afferma il Professore, anche se – aggiunge ironico – “non lo dicono seduta stante”.
Poi, più serio, prosegue: “C’é molto interesse per l’Italia e per il mercato italiano” non solo in previsione del consolidamento dell’economia, “ma già oggi”. Ma c’é anche grande interesse “per il ruolo che si aspettano che l’Italia giochi” nel governo dell’Europa e dell’Eurozona, per uscire da una crisi, quella dei debiti sovrani, che spaventa Oltreatlantico. In realtà, aggiunge Monti con un occhio allo spread calante, “a giudicare dall’andamento del mercato qualcuno deve aver già investito e penso che l’opinione dei mercati, così come gli altri governi, si stanno formando della serietà con cui l’Italia sta affrontando i suoi problemi, non possa che far aumentare l’atteggiamento positivo” verso le imprese italiane e i suoi titoli di Stato.
Non lo preoccupa il declassamento di 34 banche italiane da parte dell’agenzia di rating Standard&Poors (“E’ in gran parte un effetto atteso” dopo le precedenti decisioni) e si concentra sulle aspettative che si hanno nei confronti del suo esecutivo: i mercati ci chiedono “di continuare quello che abbiamo cominciato” e che viene molto “apprezzato”. Tuttavia, precisa, “non lo facciamo per loro, ma per gli italiani”, che apprezzano gli sforzi del governo così come sono apprezzati dagli investitori.