Roma – A dispetto di quanto dica il presidente della Repubblica Napolitano, Monti si puo’ candidare. Malgrado le pressioni della Cancelliera tedesca Merkel e degli altri leader del centrodestra europeo, ancora non e’ pronto per fare il grande passo. Per lui si prospetta comunque un posto di primo piano nel prossimo governo, a meno che a vincere non sia il Movimento 5 Stelle. Il primo partito d’Italia secondo i sondaggi, il Partito Democratico, lo vede bene come Ministro dell’Economia o Presidente della Repubblica.
Ma il professore ha dribblato le voci, rimandando qualsiasi discorso in merito a una sua eventuale candidatura a premier. “Non mi sembra possibile e opportuno per me entrare su questo tema che riguarda gli elettori italiani e l’offerta che ci sarà o non ci sarà di partiti o personalità in occasione delle elezioni”. Il presidente del Consiglio ha risposto così ad una domanda sul suo futuro politico, nella conferenza stampa al termine del Consiglio europeo che si è svolto oggi a Bruxelles.
Secondo Monti “dobbiamo abituarci al fatto che ogni persona, paese, partito, figura politica possa esprimere” un suo auspicio. “Quando ci sono le elezioni americane quasi ogni cittadino italiano – ha detto – si sente in dovere di esprimere preferenze. Gli effetti extraterritoriali delle nostre scelte politiche e anche economiche interessano tutti. Sdrammatizzerei questa sensazione di stranezza e non entrerei assolutamente nel loro merito”.
Poi, sottolinea che “i consigli, soprattutto quando vengono da persone autorevoli e che stimo molto, e alle quali ho chiesto consigli in passato, li prendo sempre in considerazione. Ma non ho ancora letto questa intervista, non mi togliete la sorpresa”.
Questa la risposta all’intervista al Corriere della Sera di oggi in cui Massimo D’Alema giudica “moralmente discutibile” l’ipotesi che il premier ‘tecnico’, sostenuto lealmente finora dal Pd, possa presentarsi come leader di una coalizione di centro destra, contro il Pd, alle prossime elezioni italiane.
Ieri con la sua partecipazione a sorpresa al convegno del Partito Popolare Europeo, Monti ha alimentato le voci circa la sua candidatura a leader di una coalizione di moderati di orientamento centrista alle prossime elezioni di febbraio.
Il professore, essendo senatore a vita dovrebbe dimettersi per potersi candidare in Parlamento. Altrimenti potrebbe fare come Prodi fece nel 1996 e candidarsi come premier, ma leader esterno ai partiti. In entrambi i casi manderebbe in fumo la prospettiva di diventare Presidente della Repubblica. Non spettera’ infatti a Giorgio Napolitano, bensi’ al nuovo capo di stato a nominare il prossimo primo ministro che salira’ a Palazzo Chigi.
L’attuale legge elettorale, il famigerato Porcellum, battezzata cosi’ dall’economista Giovanni Sartori un articolo sul Corriere della Sera , prevede che le coalizioni indichino prima delle elezioni non solo il programma, ma anche un “capo” della coalizione che e’ informalmente il candidato alla presidenza del Consiglio. Come sottolinea Il Post.it, “Anche in questo caso, Monti potrebbe quindi comparire come “capo” o addirittura nel nome e nel simbolo di qualche lista: essere o non essere parlamentare o candidato al Parlamento non ha alcun peso”.