ROMA (WSI) – Il senatore a vita Mario Monti, già protagonista con il suo insediamento a Palazzo Chigi nel 2011, di una delle pagine più oscure e controverse della vita politica italiana, non ha risparmiato le critiche al premier Matteo Renzi, colpevole di aver attaccato con troppa foga l’architettura europea che lo stesso Monti, senza dubbio, aveva aiutato a tenere in piedi con l’austerità messa in campo dal suo governo. Mercoledì, a Palazzo Madama, Monti aveva così ammonito il presidente del Consiglio:
“Presidente Renzi, lei non manca occasione per denigrare le modalità concrete di esistenza della Unione Europea, con la distruzione sistematica a colpi di clava e scalpello di tutto quello che la Ue ha significato finora. Questo sta introducendo negli italiani, soprattutto in quelli che la seguono, una pericolosissima alienazione nei confronti della Ue. Con il rischio di un benaltrismo su scala continentale molto pericoloso. In modo accorato dico che dovrebbe riflettere molto su questo“.
Oggi, sulle pagine de “Il Foglio”, Monti smentisce le ricostruzioni “bizzarre” che leggono l’intervento pronunciato contro Renzi come parte di una manovra europea per rovesciare il governo. Ma il concetto resta valido: attaccare l’Europa fa male all’Europa, e quindi anche all’Italia. Così il senatore a vita a colloquio con Claudio Cerasa:
“L’Europa, e lo dico da europeista mi verrebbe quasi da dire sfegatato, sta diventando, nei suoi organi rappresentativi, soprattutto nel Consiglio europeo, un’accozzaglia di interessi politici nazionali, anzi spesso di partito, perseguiti nel brevissimo periodo, spesso a danno dell’interesse comune europeo. Non è più vista, l’Europa, come un cantiere di investimento ma come un bene di consumo”.
“Il presidente Renzi ha molti meriti che gli ho riconosciuto fin dall’inizio e ha mostrato coraggio in diversi passaggi della sua esperienza di governo. Ma la rappresentazione tendenzialmente ostile e derisoria dell’Europa che è solito fare è un gioco distruttivo a cui l’Italia purtroppo sta partecipando più di ogni altro paese”.
Il ritorno agli “egoismi nazionali” del resto, è da tempo una forza crescente in tutta Europa, in seguito alle crisi dell’euro e dei migranti, che hanno mostrato come le soluzioni di respiro europeo non offrano costi/benefici equamente distribuiti tra gli stati membri.
E a proposito del futuro incerto dell’area della moneta unica, Monti si spinge fino ad affermare che al momento “non possiamo escludere la nascita di due euro diversi“.