Economia

Moody’s: le banche europee hanno bisogno di piu’ soldi

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SIENA (WSI) – Le banche di Italia, Spagna, Irlanda e Regno Unito devono mettere da parte piu’ soldi se vogliono essere sicuri di non farsi trovare scoperti nel caso dell’esplosione di prestiti insolventi.

L’avvertimento viene dall’agenzia americana di rating. Cio’ significa che ai contribuenti europei, gia’ tartassati dalle misure di rigore, sara’ richiesto un nuovo sforzo economico per venire incontro ai problemi finanziari degli istituti di credito.

Le banche europee hanno gia’ provveduto ad aumenti di capitale di miliardi di euro per coprire eventuali perdite da attivita’ di credito che si sono poi scatenate nelle crisi immobiliari e finanziarie degli ultimi anni. Gran parte dei fondi di sostegno e’ venuto dai governi.

Tassi di interesse: dopo un inizio di seduta all’insegna dell’incertezza i listini azionari dell’area Euro hanno chiuso in rialzo trascinati dai buoni dati macro sugli indici Pmi manifatturiero e servizi tedeschi e dell’intera area, oltre che di quelli statunitensi. I settori che hanno registrato i maggiori guadagni sono stati i finanziari, tra i più penalizzati il settore alimentare, industriale e tecnologico. Su quest’ultimo ha pesato il forte calo di Nokia (-5,5%) successivo alla pubblicazione dei dati trimestrali. La società infatti per sostenere la liquidità ha comunicato di non voler pagare il dividendo per la prima volta in 20 anni.

Lieve calo per gli spread che restano però pressoché stabili intorno ai valori delle ultime settimane. La sessione odierna si apre invece con il differenziale italiano poco variato e quello spagnolo in rialzo di 20 pb, movimento attribuibile al cambio del titolo decennale spagnolo di riferimento. I listini stamattina stanno oscillando intorno alla parità. Oggi la Bce comunicherà quanta parte del prestito elargito attraverso le operazioni di rifinanziamento a tre anni le banche dell’area Euro intendono restituire. Il pagamento è previsto per il 30 gennaio.

Il ministro delle finanze olandese e neo eletto capo dell’Eurogruppo Dijsselbloem, in un’audizione al parlamento olandese ha dichiarato che le banche spagnole hanno le carte in regola per ricevere aiuti dal meccanismo Esm, aggiungendo che il governo olandese vuole che tutti i detentori di bond contribuiscano a futuri salvataggi, svalutando una parte delle loro obbligazioni. Le buone condizioni di mercato hanno portato il Tesoro irlandese a comunicare che il paese potrebbe lanciare via sindacato un nuovo bond a lungo termine, prima di tornare regolarmente sui mercati.

Oggi è attesa la pubblicazione della fiducia degli imprenditori tedeschi (IFO). Negli Usa andamento misto per i listini azionari con l’indice S&P500 invariato, il rialzo del Dow Jones 30 ed il calo del Nasdaq penalizzato dall’elevato peso di Apple che ha perso il 12,4%. Lieve rialzo per i tassi sui treasury decennali penalizzati dai dati macro migliori delle attese. Le richieste di sussidi per la disoccupazione sono calati ai minimi dal 2008 ed il superindice di dicembre è salito ai massimi da 3 mesi, segnalando una possibile crescita dell’economia nei prossimi mesi. La Fed ieri ha comunicato che gli asset totali della banca centrale per la prima volta sono saliti oltre i 3.000Mld$. Sul fronte emergente continua la debolezza dei listini, nonostante il buon andamento di quelli sviluppati. Ieri il MSCI EM ha perso lo 0,4%, calando ai minimi da 1 settimana, penalizzato dalle azioni dei fornitori di Apple e da alcune trimestrali deludenti nell’area. Stamani andamento misto tra i listini asiatici.

Valute: questa mattina si apre con l’euro/dollaro in rialzo sopra 1,34 in assenza di notizie specifiche. Per oggi sarà importante valutare se il rialzo sopra l’area di resistenza 1,34 sarà confermato a fine serata o se si tratta dell’ennesimo tentativo fallito degli ultimi 10 giorni. La resistenza successiva si colloca a 1,35. Il gestore hedge Soros, in un intervento a Davos, ieri ha dichiarato che l’euro continuerà ad esistere e probabilmente si apprezzerà, allo stesso tempo dovrebbe continuare il deprezzamento dello yen.

La valuta nipponica è in marcato deprezzamento questa mattina penalizzata dai dati sull’inflazione nipponica di dicembre che hanno confermato la deflazione e quindi il probabile proseguimento delle misure accomodanti da parte della BoJ. Inoltre il governatore della banca centrale Shirakawa ed il neo primo ministro Abe hanno dichiarato di voler raggiungere il target del 2% sull’inflazione il prima possibile. Lo yen stamani si colloca sui minimi dall’aprile 2011 verso euro e dal giugno 2010 verso dollaro. L’euro/yen trova la resistenza odierna presso l’area 122.

Materie prime: tra gli energetici in evidenza il calo del gas naturale Usa (-3%) dopo che il governo ha annunciato un ribasso delle scorte inferiore alle attese. In lieve rialzo invece il Brent che questa mattina si attesta oltre i 113$/barile grazie ai dati macro migliori delle attese dagli Usa e dalla Germania. Positivo anche il Wti. Lievi cali per i metalli industriali non ferrosi, mentre è salito il ferro. In calo anche i metalli preziosi poiché i migliori dati macro potrebbero dar luogo ad una temporanea minore domanda di beni rifugio. In negativo anche la maggior parte degli agricoli.

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