MILANO (WSI) – Per effetto di un cambio di metodologia di valutazione, l’agenzia di rating Moody’s ha promosso e declassato istituti grandi e piccoli. Coinvolte anche Unicredit e Intesa Sanpaolo che hanno visto alzato il giudizio a Baa1.
Il ritocco al rialzo è avvenuto per la verità nella maggior parte dei casi (ossia per quanto riguarda 11 banche). Anche Banca IMI e Banca Nazionale del Lavoro (Gruppo BNP Paribas) ora vengono catalogate con un “Baa1”, mentre UBI Banca e Credem ottengono un rating inferiore di una tacca (“Baa2”). Cariparma conquista addirittura un “A3”, mentre Banca Popolare di Milano un “Ba3” e Credito Valtellinese un “Ba2”.
Si vedono confermare il merito di credito Iccrea (“Ba2”), Banca Sella a (“Ba1”) e Banca Mezzogiorno (“Ba1”), mentre c’è un taglio per Unicredit Leasing (“Baa3”) e Mediocredito Trentino Alto Adige (“Ba1”).
A pesare sugli istituti di credito italiani è il quadro macroeconomico ancora debole, la dipendenza delle imprese dal credito e le sofferenze ancora elevate, che rappresentano i maggiori fattori di rischio in un quadro istituzionale positivo, sia per l’Italia che per l’Europa.
Tornando a Unicredit, oggi l’AD Ghizzoni ha detto che le politiche ultra accomodanti della Bce, che sono complici di un contesto di tassi zero, ha avuto contraccolpi sulla redditività di molte banche, che stanno ora tentando di correre ai ripari.
È il caso anche della seconda banca per capitalizzazione d’Italia, che sta pensando di apportare ritocchi al piano strategico 2013/2018, per tener conto del mutato scenario economico e della prospettiva di un mantenimento dei tassi di interesse attorno allo zero per un prolungato periodo.
(DaC)