ROMA (WSI) – Le banche europee non risentono in maniera diretta degli attuali problemi della Cina ma se il rallentamento dell’economia di Pechino dovesse continuare ed espandersi, le ripercussioni negative sull’Eurozona ci sarebbero eccome. A renderlo noto Moody’s in un suo rapporto, firmato Nick Hill, Managing Direct dell’agenzia di rating.
I crediti esteri verso la Cina rappresentano solo circa l’1% degli impieghi delle banche europee e il 13% dell’equity. Questo limita il possibile impatto negativo sul profilo di credito delle banche derivante da un peggioramento del merito di credito delle società cinesi“.
Allo stato attuale la maggiore esposizione oggi è per le banche britanniche, francesi e tedesche, sia in termini assoluti che relativamente agli impieghi complessivi o al loro capitale. In particolare in Gran Bretagna ad essere maggiormente esposte ai rischi che derivano dal rallentamento dell’economia cinese sono Hsbc e Standard Chartered. Proprio quest’ultima ha appena annunciato, a fronte al rallentamento delle sue attività in Asia, la chiusura in rosso dei conti del terzo trimestre con 15mila esuberi e un aumento di capitale da 5,1 miliardi. Sia per Hsbc che per Standard Chartered, secondo Moody’s, i crediti ai clienti in Cina sono pari al 4-5% del loro portafoglio totale di impieghi.
Meno esposte le banche francesi e quelle tedesche per cui si parla dell’1% dei crediti totali. Mentre per la Francia i riflessi negativi derivano dalle attività di capital market basate a Hong Kong, per gli istituti di credito tedeschi, invece, il rischio maggiore è un peggioramento della posizione creditizia degli esportatori tedeschi.