Moody’s promuove a metà le banche italiane. In report diffuso ieri, l’agenzia di rating ha sottolineato il miglioramento dello stock dei crediti deteriorati, che è “diminuito sensibilmente negli ultimi due anni ed è previsto che scenda ulteriormente nel 2019″.
Tuttavia, spiegano gli analisti nello studio:
“Nonostante i miglioramenti, l’incidenza dei crediti deteriorati sul totale crediti lordi delle banche italiane, pari al 9,3% a fine 2018, resta molto al di sopra della media Ue del 3,2%’.
Guardando al futuro, gli esperti di Moody’s stimano che l’incidenza degli Npl lordi scenderà sotto l’8% quest’anno a fronte di un picco pari al 17% nel 2015, grazie a cartolarizzazioni e vendite.
“Dal 2016 le banche italiane hanno cartolarizzato 62 miliardi di euro di prestiti a debitori insolventi in 21 operazioni, aiutate dalla garanzia pubblica Gacs” ha sottolineato Fabio Ianno’, vice presidente-senior credit officer di Moody’s, aggiungendo che “hanno anche venduto oltre 70 miliardi di Npl direttamente a investitori’. Le vendite dirette sono state facilitate da un aumento degli accantonamenti, che hanno ridotto il gap tra il prezzo di mercato e i valori di libro’.
Il miglioramento generale dell’asset quality, d’altra parte, è dovuta principalmente alle operazioni fatte negli ultimi due anni dalle cinque banche maggiori: UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, Mps e Ubi.
Sempre sui crediti in sofferenza delle banche italiane, ieri l’Abi ha segnalato che al netto delle svalutazioni, a maggio, si sono attestati a 32,6 miliardi in calo dai 50,8 miliardi di maggio 2018. In aprile, tuttavia, lo stesso rapporto Abi segnalava un livello leggermente più basso: 32,57 miliardi. Il rapporto tra sofferenze nette e impieghi totali si è attestato all’1,88% (2,93% a maggio 2018 e 1,87% nell’aprile scorso).Da palazzo Altieri segnalano che il tasso di deterioramento dei crediti e’ stabile e che ancora non ci sono segnali evidenti di una ripresa del flusso di sofferenze.