Si addensano le nubi sul mercato azionario Usa, che rischia di perdere un ulteriore 10% del suo valore. Colpa della revisione al ribasso delle stime degli utili societari che sta “accelerando rapidamente”. L’allarme arriva Lisa Shalett, chief investment officer di Morgan Stanley Wealth Management, che ha spiegato:
“Le revisioni al ribasso degli utili e le sorprese economiche negative potrebbero produrre un calo compreso tra il 5% al 10% dell’S&P 500”, si legge in una nota. “Con gli ultimi due anni in significativo ‘overearning’, il ritorno alla media rende la revisione degli utili degli Stati Uniti la peggiore tra tutte le regioni”.
Ci sono stati 17 mercati ribassisti dell’S&P 500 (o quasi mercati ribassisti) dalla seconda guerra mondiale a oggi con un calo medio di quasi il 30% e una durata di circa un anno, secondo un’analisi di LPL Research.
S&P 500: da inizio anno cali superiori al 17%
Il mercato azionario statunitense è crollato quest’anno a causa dell’elevata inflazione che la Federal Reserve sta cercando di domare aumentando i tassi di interesse. Da inizio anno, l‘indice S&P 500 registra un calo del 17,5%. Il benchmark si unisce al Nasdaq Composite, che quest’anno ha perso oltre il 27%, in territorio ribassista. Il Dow, nel frattempo, è sceso di quasi il 13%, quest’anno.
Sullo sfondo dell’aumento dei tassi e del balzo dell’inflazione. “Lo slancio positivo degli utili è stato fondamentale finora per moderare le perdite del mercato azionario”, ha affermato Shalett. “Ma man mano che i consumatori spostano i loro acquisti verso i servizi e lontano dai beni, le aspettative di guadagno si stanno assottigliando”.
A parere dell’esperta, “il 2022 poteva essere un anno di guadagni”, dopo i risultati “straordinari” del 2020 e nel 2021 che avevano beneficiato di uno stimolo governativo record durante l’emergenza causata dalla pandemia di COVID-19.
Tuttavia, “con la politica della Federal Reserve ancora pronta ad accelerare il ritmo di inasprimento dei tassi, con la riduzione del bilancio che entra nel mix e l’inflazione che si sta rivelando alquanto ostinata, gli investitori stanno spostando lo sguardo verso i rischi di un rallentamento della crescita, se non una vera e propria recessione”, ha spiegato Shalett.
Morgan Stanley prevede una probabilità di recessione del 27% nei prossimi 12 mesi, una probabilità che è balzata dal 5% di marzo.