ROMA (WSI) – Il bilancio previsionale sul 2015 presentato dall’Italia “non può essere considerato totalmente conforme con le regole europee e un piccolo sforzo supplementare può e deve essere chiesto”. E’ quanto ha detto il Commissario agli Affari economici e fiscali, Pierre Moscovici durante una conferenza stampa a Bruxelles.
“L’Italia deve approntare progressi sufficienti sul bilancio”, ha aggiunto riferendosi al deficit. Anche perchè, ha precisato – riferendosi alla regola che impone una riduzione del debito pubblico nella parte eccedente il 60 per cento del Pil, nel momento attuale di crisi economica “rispettare completamente il criterio sarebbe molto difficile”.
Di fatto, “il nostro parere sottolinea che nonostante i progressi compiuti L’Italia corre rischi di non conformità. Al tempo stesso riconosciamo che l’Italia attraversa circostanze economiche sfavorevoli, con un output gap di oltre il 4% del Pil”. (Lna)
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NEW YORK (WSI) – Francia, Italia e Belgio finiscono sotto la lente della Commissione europea a causa delle leggi di Stabilità 2015 che rischiano di violare le regole di bilancio comunitarie. E’ quanto riporta l’agenzia Reuters che, citando un documento interno all’esecutivo, rende noto che domani la Commissione europea metterà in luce tali rischi, rinviando qualsiasi decisione formale al mese di marzo.
I tre Paesi, sempre secondo l’agenzia Reuters, fanno parte di un gruppo a rischio censura che comprende anche Spagna, Portogallo, Austria e Malta.
La Commissione sollecita dunque tutti questi Paesi a rispettare le regole ma rimanda Roma, Parigi e Bruxelles a un secondo esame in marzo. In questo modo viene concesso più tempo ai tre Stati membri per correggere le loro strategie di politica economica in vista della decisione dell’esecutivo Ue.
Inoltre, sempre secondo quanto riporta Reuters, l’esecutivo dovrà decidere se sanzionare la Francia per non aver rispettato gli obiettivi di riduzione del deficit e se aprire una procedura di infrazione nei confronti di Italia e Belgio per l’ alto livello del debito pubblico. A settembre il ministero dell’Economia italiano ha stimato che rispettare integralmente le richieste europee richiederebbe una correzione complessiva “pari a 2,2 punti” di Pil nel 2015, 35 miliardi in valore assoluto.
(MT)