L’industria delle motociclette sta morendo. Gli appassionati piloti col giubbetto di pelle stanno invecchiando e così le case produttrici come Honda e Harley Davidson cercano di conquistare le nuove generazioni, in primo luogo quella etichettata sotto il termine “millennials”. Il nuovo modello Rebel 500 di Honda è rivolto ai giovani, piloti inesperti che si mettono in sella per la prima volta. E’ un modello più piccolo, leggero e meno costoso. Motociclette simili sono state progettate anche da altri marchi, fra cui Harley Davidson.
Secondo Mark Hoyer, caporedattore della rivista Cycle World, citato da Bloomberg, si tratta non solo di un nuovo tipo di prodotto ma di un cambiamento culturale che vuole influenzare gli stili di vita. Dal 2008 le vendite di motociclette sono stagnanti: negli Stati Uniti hanno raggiunto il picco nel 2006 e poi il mercato è crollato in poco tempo. Sono beni non necessari e il loro consumo è stato molto colpito dalla crisi economica. Ancora oggi nonostante il miglioramento dell’industria automobilistica, le moto non si riprendono.
Poi c’è la questione generazionale. Nel 2003 solo un quarto dei motociclisti statunitensi aveva 50 anni o più. Nel 2014 era quasi la metà. Tutte le case produttrici hanno capito che avevano bisogno di acquirenti principianti del motociclismo. Harley Davidson è stata la prima ad accorgersene forse perché era quella che stava perdendo di più. L’azienda ha anche organizzato accademie di motociclismo. La Street 500 era il modello usato in questi corsi per nuovi piloti ed è diventata la moto per più giovani.
Più o meno nello stesso periodo, Kawasaki ha lanciato la sua Ninja 300 e Ducati nel 2014 ha lanciato il modello Scrambler, Nel 2015 BMW ha presentato la G 310 R. Le moto più piccole sono diventate in poco tempo la parte più promettente del settore. Tra il 2011 e il 2016 le vendite di motociclette con motori meno potenti di 600cc sono aumentate dell’11,8 % mentre quelle di moto più grandi del 7,4%.