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Movimento 5 Stelle: se i grilli diventano locuste

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MALTA (WSI) – La locusta è un insetto ortottero, al pari del grillo, presente soprattutto in Europa, Africa e Asia, con un colore della livrea variante da un giallo ocra ad un marrone chiaro, volgarmente chiamata anche cavalletta per la stretta somiglianza, tuttavia con dimensioni ben maggiori. Il loro ciclo biologico è contraddistinto da due forme di vita: una solitaria ed una gregaria.

Proprio come le cavallette, le locuste possono essere insetti molto solitari, ma quando una mutazione delle condizioni ambientali del loro habitat provoca la crescita rigogliosa di molte piante verdi, questo può favorire l’accoppiamento selvaggio ed il conseguente sovraffollamento induce una serie di comportamenti ed alterazioni metaboliche che le conduce dalla forma solitaria a quella gregaria.

Le locuste possono aggregarsi in sciami fitti, mobili e voraci, devastando grandi piantagioni di derrate cerealicole e provocando gravi danni all’agricoltura, in sintesi la loro tenacità e mobilità può mettere a repentaglio la sussistenza economica di enormi aree geografiche. La paura nei confronti di questo insetto sono conosciuti da secoli e secoli dalla civilità umana, persino all’interno della Bibbia e del Corano le locuste vengono indicate come grandi piaghe per l’umanità.

Recentemente ho partecipato ad un workshop dell’investment advisory team di una banca di investimento a Malta, i temi trattati erano l’outlook dell’eurozona, i rischi sistemici connessi al possibile break-up dell’euro ed infine il nuovo assetto geoeconomico europeo post elezioni italiane ed ante quelle tedesche. Particolare attenzione tra i partecipanti si è prestata quando si è affrontato lo scenario italiano introdotto con questo titolo “if crickets become locusts” che tradotto significherebbe “se i grilli diventano locuste” con ovvie allusioni al successo elettorale che ha caratterizzato il Movimento 5 Stelle ed al tempo stesso alle paure e perplessità che tutto questo induce.

Sono stati delineati tre possibili nuovi orizzonti post elezioni: il primo, quello definito come best case scenario, confida in qualche modo sulla nascita di un un governo di coalizione di matrice trasversale capitanato da un nuovo primo ministro tecnocratico (non Mario Monti) che garantisca al paese almeno parte delle riforme richieste ancora dalla BCE nell’estate del 2011.

Il secondo, ovvero the average scenario, quindi quello intermedio, presuppone un qualsiasi governo incapace di durare più di sei mesi a cui seguirà un obbligato intervento della BCE tramite le OMT (Outright Monetary Transactions).

Sostanzialmente lo scenario di mezzo teme un nuovo inasprimento della tensione finanziaria sul mercato dei governativi italiani che farebbe collassare anche l’indice azionario (con un possibile livello target a 10.000 punti dagli attuali 15.000), il tutto con un orizzonte temporale per la sua manifestazione nella prossima estate: a quel punto lo spread potrebbe superare i precedenti record a causa di una ulteriore fuga massiva di operatori istituzionali del risparmio gestito dal mercato italiano (sia obbligazionario che azionario). L’intervento tampone previsto sulla carta in simbiosi tra BCE ed ESM (European Stability Mechanism) richiederebbe l’accettazione senza tanta contestazione di un Memorandum of Undestanding da parte del paese.

Per dirla in breve, si potrebbe istituire una sorta di commissariamento o ricatto finanziario: noi enti sovranazionali vi prestiamo il denaro e vi salviamo dalla bancarotta, ma voi accettate senza discutere le seguenti riforme strutturali (che non siete stati in grado di eseguire nemmeno con un nuovo governo dopo tre mesi di campagna elettorale asfissiante) altrimenti il vostro cancro rischia di trasferirsi in seno all’Europa compromettendo la vita stessa della moneta unica. Nessuno si può permettere una propagazione del rischio.

Infine il terzo ed ultimo scenario, il worst case, quindi il peggiore, chiama in causa proprio la presenza del M5S e dei ‘grilli’ nella vita politica del paese. Stando all’analisi di questo team di gestione, vi è il rischio che i grilli possano trasformarsi in locuste producendo un fortissimo danno a tutta l’economia italiana, che così facendo trascinerebbe nel baratro tutta l’Europa.

La preoccupazione maggiore infatti deriva dal famigerato referendum sull’euro richiesto alla nazione, quello che nessun paese ha sinora mai proposto o realizzato, nemmeno la Grecia con Papandreou, oltre al dichiarato spirito antieuropeista di tutto il movimento. Un eventuale esito abrogativo dell’euro avrebbe conseguenze catastrofiche non solo per l’Italia, ma per tutto il mercato del risparmio gestito mondiale, in quanto produrrebbe oltre alla fine dell’euro anche la fine dell’Unione Europea.

Assisteremmo per la prima volta ad un crash finanziario di proporzioni bibliche per l’Italia con la BCE messa in ginocchio a causa della sua imponente esposizione nei confronti del debito pubbllico italiano. Le grandi banche italiane rischierebbero tutte di diventare insolventi, potrebbe per questo essere ipotizzabile per cercare di tamponare la situazione l’istituzione di un prelievo coatto di ingente importo su tutte le giacenze bancarie o peggio ancora una serrata bancaria stile modello argentino (Italy’s road to ruin following Argentina) per dare tempo ad una inflazione galoppante di risolvere nel frattempo le preoccupazioni di chi governerà in quel momento.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato dal blog di Eugenio Benetazzo – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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