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Mps, 25 milioni di euro da Anima per l’aumento di capitale

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Dopo un periodo di tentennamento, Anima, gestore patrimoniale italiano, ha deciso che darà il suo contributo per far partire l’aumento di capitale di Banca Mps mediante un investimento finanziario per un importo massimo di 25 milioni di euro, cifra minima a cui le otto banche del consorzio hanno subordinato la concessione della garanzia sull’inoptato. La decisione presa dal Cda, spiega una nota diffusa ieri sera, rientra nell’ambito dei rapporti della partnership strategica pluriennale che lega Anima e Monte dei Paschi di Siena dal 2010 per lo sviluppo delle attività di risparmio gestito della Banca, che “rimane immutata”.

L’annuncio del gestore è arrivato qualche ora dopo la formalizzazione da parte della banca senese dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro. L’operazione, che attende solo l’autorizzazione della Consob alla pubblicazione del prospetto, partirà lunedì 17 ottobre, per concludersi il 3 novembre.

Mps in caduta libera in borsa

La natura iperdiluitiva dell’operazione (2 euro per ogni nuova azione, con un rapporto di emissione di 374 titoli ogni 3 in circolazione) ha fatto però crollare ieri il titolo in Borsa (-33%), mentre si sono scatenati i bond subordinati, dal cui orizzonte scompare il rischio di burden sharing.

Allo scopo di attenuare le anomalie di prezzo tipiche delle operazioni iperdiluitive nel corso dell’aumento troverà applicazione il metodo del rolling, che prevede la consegna delle nuove azioni all’atto della sottoscrizione dei diritti.

Il varo dell’aumento rappresenta un successo per l’amministratore delegato Luigi Lovaglio, che è riuscito a chiudere l’operazione in contesto di mercato pessimo e nonostante i precedenti negativi di Mps, che dal 2011 ha bruciato in Borsa 18,5 miliardi di euro di aumenti e accumulato 23 miliardi di euro di perdite.

Le banche del consorzio paragonano l’operazione alla quotazione di una nuova Mps, ripulito dai crediti deteriorati, alleggerita dai costi e pronta a beneficiare del rialzo del tassi e della prospettiva dell’M&A anche se alcune eredità del passato, come i rischi legali, ancora allungano le loro ombre su Siena.