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Mps addio a Ftse Mib: “persi miliardi, personale sotto sassi e missili”

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Banca Mps verso l’addio all’Ftse Mib, il paniere dei 40 titoli a maggior capitalizzazione del mercato italiano. La comunicazione ufficiale arriverà stasera, quando Ftse Russell, la società che gestisce il Ftse Mib, comunicherà a borsa chiusa la nuova composizione dell’indice, dopo la consueta revisione trimestrale. E intanto oggi prende la parola anche il numero uno della banca, l’amministratore Marco Morelli, nel corso del convegno della Fabi a San Donato Milanese.

Mps adesso deve riprendere un percorso normale. Abbiamo tante persone, e non parlo di ruoli apicali, che non hanno la possibilità di incidere e hanno trascorso gli ultimi 24-36 mesi sotto sassi, missili e bombe di ogni genere. La banca deve ritrovare un percorso di normalità”, e “quando lo avrà trovato a quel punto l’azionista in primis (che sarà lo Stato, sempre che le trattative con la Bce, e l’Ue sulla ricapitalizzazione precauzionale abbiano buon esito) si porrà una serie di valutazioni strategiche come fanno tutti gli azionisti. (Una eventuale aggregazione) con altre banche non è un tema affrontabile in questo momento”.

Morelli conferma il suo impegno a rimanere nella banca:

Io resto indipendentemente (..) Ho preso un impegno e rispetto l’impegno a prescindere da quelle che sono le revisioni delle condizioni economiche del trattamento mio personale. L’ho detto anche al ministro dell’Economia e, una volta chiusa la ricapitalizzazione precauzionale, ho messo a disposizione il mio mandato perché ritengo giusto farlo nel momento in cui c’è un nuovo azionista con una partecipazione rilevante. Per definizione il mandato di un Ad è sempre a disposizione, sono il cda e i soci e decidere”.

Detto questo, Morelli tende a precisare:

“Cercherò di fare in modo di evitare che il piano industriale ponga limiti importanti ai meccanismi di incentivazione a favore di tutto il personale, non solo prima della linea di manager. Perché il buon funzionamento di una banca passa anche per i meccanismi di incentivazione al lavoro”.. Dallo Stato “mi aspetto qualcosa di diverso, perché c’è anche un contorno politico. La politica avrà indubbiamente un ruolo, almeno per un periodo di tempo, abbiamo un azionista pubblico e verremo chiamati a tenere conto”, ma in ogni caso “Mps si rilancia nella misura in cui, pur nell’ambito di un disegno industriale da condividere con Commissione europea e vigilanza, e quindi con una serie di paletti, deve avere la possibilità di camminare

Sul deflusso commerciale, il numero uno afferma che la tendenza si è invertita:

“Noi abbiamo invertito la tendenza commerciale. A questo punto la banca sta riprendendo il modus operandi positivo, grazie a tutti i dipendenti”, “è un processo che sarà lento, ma la direzione giusta è stata già tracciata”. E’ vero comunque che “per riappropriarci della rete commerciale del Monte dei Paschi di Siena ci vorrà tempo, ci vorranno forse anni, ma l’obiettivo è riconquistare la fiducia della rete commerciale che il Monte aveva. E’ necessario un piano industriale condiviso ma libero”. Morelli ammette: “Noi negli ultimi 12 mesi abbiamo perso miliardi di masse commerciali. E’ molto facile perdere clienti e volumi di business ed è molto difficile riprenderli”.

Riguardo all’addio del titolo Mps al Ftse Mib, da un punto di vista operativo la partenza ufficiale è prevista a partire dal prossimo 20 marzo mentre stasera, stando alle anticipazioni stampa, sarà comunicato il nome di quale società subentrerà al posto del Monte. Secondo il mercato in pole position per subentrare nel Ftse Mib ci sarebbe Hera, seguita da Anima H. e Diasorin.

Le azioni Mps sono sospese dalle negoziazioni dal 22 dicembre. La Consob aveva poi chiarito il 23 dicembre che la sospensione del titolo sarebbe durata fino a quando non si fosse “ripristinato un corretto quadro informativo” sulla società, che invece deve ancora definire il piano industriale e approvare l’aumento di capitale.

Ad oggi però non è ancora stato presentato il nuovo piano industriale e i vertici continuano a negoziare con la Banca centrale europea e la Commissione europea sui termini per l’intervento dello Stato tramite ricapitalizzazione precauzionale. Motivo per il quale l’addio all’indice sembra certo.