MILANO (WSI) – Divieto di vendite allo scoperto sul titolo Mps. E’ quanto ha deciso la Consob, dopo il crollo di ieri, che ha visto le quotazioni della banca senese scivolare di oltre -10%.
Il titolo Mps è sceso sotto quota 1 euro e durante le contrattazioni di Piazza Affari è stato anche sospeso per eccesso di ribasso.
La Consob ha precisato che il divieto di vendite allo scoperto è previsto dal regolamento comunitario sullo short selling, “tenuto conto della variazione di prezzo”, come si legge nella nota dell’autorità di vigilanza.
Il provvedimento è in vigore nella seduta odierna fino alle ore 24 sul mercato Mta di Borsa Italiana. Nella nota della Consob si legge che il divieto:
“riguarda le vendite allo scoperto assistite dalla disponibilità dei titoli. Con ciò viene estesa e rafforzata la portata del divieto di vendite allo scoperto nude, già in vigore per tutti i titoli azionari dal primo novembre 2012 in virtù del regolamento comunitario in materia di short selling”.
Il sell off ha preso di mira alla vigilia un altro titolo bancario, Banca Carige che, così come Mps, ha concluso la sessione cedendo oltre -10%, tanto che la banca ha emesso una nota, motivando il tonfo con “operazioni speculative non correlate all’andamento operativo del gruppo“, dal momento che “le attività della banca proseguono nel rispetto delle previsioni del piano industriale 2015-2019”.
Gli attacchi speculativi che hanno preso di mira i due titoli sarebbero dovuti alle difficoltà, da parte degli istituti, nel riuscire a trovare un acquirente. Anche le quotazioni di Banca Carige sono scese sotto la soglia di 1 euro. Il titolo dell’istituto di credito genovese ha concluso la seduta in perdita -13,61%, a 0,8915 euro, dopo aver testato un minimo a 0,873 euro.
MPS ha ceduto -11,27% a 0,9255 (minimo intraday a 0,922 euro, corrispondente ai minimi di sempre per il titolo).Boom di scambi, quasi cinque volte oltre la media per Banca Carige e più del doppio per Mps.
Dal primo giorno di contrattazioni del 2016 per Piazza Affari, lo scorso lunedì 4 gennaio, Mps è crollata di ben il 20% del suo valore. E in un anno ha perso oltre -50%, da 1,93 euro a 0,92 euro. Nell’ultimo anno, le quotazioni di Banca Carige sono scese -53%.
Numeri da bollettino di guerra per due banche che hanno dovuto varare aumenti di capitale dietro ordine della Bce e che, secondo qualche indiscrezione, starebbero scontando – in quanto considerate tra le più fragili del panorama bancario italiano – la crescente sfiducia degli investitori successiva al decreto salva-banche.
Con la performance di oggi la capitalizzazione di Banca Mps si e’ portata a 2,7 miliardi di euro, il che significa che in soli sei mesi è stato bruciato l’apporto dell’aumento di capitale da 3 miliardi lanciato lo scorso giugno 2015.
Anche per Banca Carige il valore di mercato è scivolato sotto la dotazione arrivata con l’aumento di capitale realizzato a giugno, da 850 milioni. Banca Carige oggi vale solamente 740 milioni.