Partono le trattative formali tra Mps e Bruxelles per la revisione del piano industriale. Ieri il cda della banca senese ha approvato la proposta preliminare di piano di ristrutturazione e l’ha “inviata alle autorità competenti per avviare il confronto volto alla finalizzazione del piano stesso e alla sua approvazione da parte delle Autorità”.
Dopo che l’aumento di capitale per vie private ha fatto flop a dicembre, Mps ha dovuto ricorrere agli aiuti Statali. Il Tesoro dovrebbe salire al 70% della banca dopo un’iniezione da 6 miliardi di euro di denaro fresco nelle finanze prosciugate del terzo istituto di credito italiano. Prima che questo avvenga, tuttavia, il piano di salvataggio con i soldi pubblici dovrà ottenere l’approvazione delle autorità europee.
Il board ha anche approvato i conti 2016, modificando alcune voci di bilancio rispetto ai risultati preliminari diffusi il 9 febbraio. L’anno si chiude con un rosso di 3,24 miliardi contro i 3,38 miliardi annunciati lo scorso 9 febbraio. Nulla cambia invece sulla pulizia di bilancio, per cui si confermano i 2,59 miliardi di rettifiche in più sui crediti per l’aggiornamento delle valutazioni. I numeri, insieme alla proposta di riduzione del numero dei membri del Cda e di un piano di performance shares, saranno approvati nel corso dell’assemblea convocata per il 12 aprile.
Come ricorda Il Sole 24 Ore in un articolo:
Dopo il fallimento della ricapitalizzazione da 5 miliardi ora la banca come noto guarda a una ricapitalizzazione stimata in 8,8 miliardi, il cui successo a sua volta è legato a doppio filo al piano industriale che ieri è stato analizzato in Cda. Tutti questi temi sono stati al centro di un incontro riservato avvenuto in settimana a Bruxelles tra il management della banca e i vertici della Dg Concorrenza, in cui secondo le indiscrezioni sarebbero state definite le coordinate di massima del business plan.
Dalla banca ad ora preferiscono non sbilanciarsi,
“ma perno fondamentale del progetto industriale è il deconsolidamento delle sofferenze, che sono salite a 29,4 miliardi a fine 2016. Il boccone da tempo ha attirato le attenzioni di grandi fondi internazionali specializzati in non performing loan” continua l’articolo, in cui si aggiunge che: “tema di discussione con Bruxelles sarà proprio la modalità di cessione del portafoglio. Il progetto più papabile prevede la cessione in blocco delle sofferenze con una suddivisione in più tranche, in base alla tipologia e alla rilevanza delle posizioni”.