Mps, alta tensione a Siena. Profumo si dimette? Aumento di capitale slitta a maggio
ROMA (WSI) – aggiornamento:
”Spero che con oggi l’elemento di incertezza legato all’aumento di capitale sia risolto, l’aumento di capitale si fara”’. Lo afferma Antonella Mansi, presidente della Fondazione Mps, rispondendo ai giornalisti che le chiedono se tema una reazione negativa del mercato, lunedi’, rispetto allo slittamento a maggio dell’aumento di capitale. ”La Fondazione – ha aggiunto al termine dell’assemblea – accoglie con grande favore l’approvazione dell’aumento di capitale con esecuzione a partire da maggio”. (ASCA)
”Avevamo un piano per il risanamento della banca, purtroppo ora manca una gamba importante del piano poiche’ lo stesso viene dilazionato nel tempo”, cosi’ Fabrizio Viola, Ad di Mps, ha commentato, in conferenza stampa, la decisione dell’assemblea di Mps che ha deciso di spostare l’aumento di capitale da 3 miliardi a maggio invece di attuarlo a gennaio come proposto dal Cda della Banca. Viola ha ricordato come la proposta del Cda della banca fosse coerente con i dettami del codice civile dove ”un buon amministratore deve fare di tutto per assicurare la stabilita’ dell’azienda”. (ASCA)
“Ci assumiamo una grande responsabilità, la Fondazione ha comunque approvato l’aumento di capitale, che si farà a partire da maggio. Il lavoro in Fondazione se possibile sarà ancora più intenso nei prossimi mesi e lo affronteremo con un po’ più di serenità.” Così la presidente di Fondazione Mps, Antonella Mansi, a margine dell’assemblea che ha ottenuto il rinvio dell’aumento di capitale da tre miliardi per Banca Mps. (ASCA)
”Dal nostro punto di vista non c’e’ stata mai alcun tipo di sfiducia nei confronti del management, anche e soprattutto alla luce dei risultati di oggi”. Lo ha detto Antonella Mansi, presidente della Fondazione Mps, rispondendo ai giornalisti che le chiedevano un commento sulle eventuali dimissioni del presidente della banca Alessandro Profumo. Ai cronisti che le chiedevano se ci possano essere reazioni negative del mercato relativamente all’incertezza per un eventuale abbandono del manager, la Mansi si e’ limitata a rispondere: ”Mi auguro di no, la massima incertezza era legata all’aumento di capitale, l’aumento e’ passato, questo e’ il tema importante”. La Mansi si e’ comunque detta d’accordo con Profuma sul fatto che su eventuali dimissioni ”si deve riflettere con attenzione all’interno dell’organo deputato”. (ASCA)
”Non ci sono ne’ vincitori ne’ sconfitti”. Cosi’ Antonella Mansi, presidente della Fondazione Mps, sintetizza l’andamento dell’assemblea dei soci di Mps che oggi ha dato il via libera all’aumento di capitale a maggio. ”C’e’ grande attenzione – ha aggiunto – per Mps e noi abbiamo l’obiettivo di costruire e sostenere questa grande istituzione”. La Fondazione, ha assicurato, ”fara’ la sua parte e l’ha fatta anche oggi”. A chi le chiedeva del perche’ del ‘braccio di ferro’ tra Banca e Fondazione, la Mansi ha risposto che ”e’ incredibile pensare che non ci siamo confrontati prima, ma le mediazioni si possono trovare o no perche’ a volte ci sono interessi legittimamente inconciliabili”. (ASCA)
E’ iniziata l’assemblea degli azionisti in seconda convocazione di Mps. I soci dovranno varare il maxi-aumento da 3 miliardi e decidere quando eseguirlo. Lo scontro è atteso proprio su quest’ultimo aspetto con la banca che punta su gennaio e la Fondazione Mps, primo azionista, a giugno. E’ presente in sala il 49,3%. ”La proposta del consiglio d’amministrazione della banca non ha oggi alcuna possibilità di essere approvata”, ha detto il presidente della Fondazione Mps, Antonella Mansi. (ANSA)
”Qui dovremmo parlare non di conflitto di interessi ma semmai di ‘conflitto di doveri”’. Lo ha detto Antonella Mansi, presidente della Fondazione, riferendosi al parere legale di Pier Gaetano Marchetti presentato da Alessandro Profumo il 24 dicembre nel quale si ipotizzava il rischio di ‘conflitto di interessi’ della Fondazione. ”Per noi la tutela dell’integrità del patrimonio non è un optional” ha aggiunto. (ANSA)
L’Ad di Mps Fabrizio Viola non e’ ”soddisfatto” dei risultati ottenuti fino ad adesso nelle trimestrali della ‘sua’ gestione ma il punto di partenza presentava ”alcuni problemi”. Cosi’ il manager ha ‘difeso’, in assemblea, la gestione della banca, rispondendo alle critiche al management rivolte da alcuni piccoli azionisti.
”E’ indubbio – ha detto Viola – che negli ultimi due anni i dati sono quelli che avete commentato, non sono soddisfatto di questi risultati, ma questi risultati vanno inquadrati. Il punto di partenza che abbiamo trovato all’inizio del 2012 era caratterizzato da alcuni problemi”. In primo luogo c’era una ”carenza di capitale” e poi bisogna ricordare che ”a ottobre 2011 la banca e’ rimasta in piedi grazie a un intervento straordinario della Banca d’Italia che ha dato liquidita’ alla banca. A questa situazione e’ stato trovato un rimedio, ancora in corso, con 13 mld di euro di garanzie dello Stato che hanno consentito alla banca di emettere obbligazioni per 13 mld appunto”.
E poi c’e’ il tema della scarsa redditivita’ ”che e’ un problema non di oggi, non di ieri ma di molto tempo fa, perche’ chi ha visto i bilanci degli ultimi 5 anni ha notato che i risultati in positivo sono stati raggiunti con operazioni straordinarie o che sono risultate dei falsi”. Viola ha anche sottolineato i ”problemi strutturali” dovuti a una ”eccessiva esposizione su attivita’ finanziarie che non rendevano, rendevano pochissimo o in alcuni casi costavano come Santorini e Alexandria e una struttura del portafoglio crediti con circa il 60% di mutui o finanziamenti a medio lungo termine”.
Viola si e’ pero’ detto convinto che ”il piano di ristrutturazione tracci bene le linee su cui si muovera’ la banca, c’e’ bisogno di un cambiamento radicale, la direzione e’ quella giusta. Il percorso e’ tracciato, l’auspicio e’ che la banca, se ritrovera’ la tranquillita’ di cui ha bisogno, ottenga i risultati che tutti si aspettano”. (ASCA)
Quelle relative a eventuali dimissioni sono ”decisioni che si assumono a sangue freddo e nei posti deputati. In merito non ho nessuna comunicazione. Avremo un CdA nel mese di gennaio e valuteremo cosa fare”. Lo ha detto Alessandro Profumo, presidente di Mps, rispondendo a quei soci che gli chiedevano, in assemblea, se sia pronto a dimettersi in caso di bocciatura dell’aumento di capitale a gennaio. (ASCA)
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Cresce la tensione a Siena, dove la Fondazione Mps preme per il rinvio dell’aumento di capitale da tre miliardi della banca che il presidente Alessandro Profumo vuole invece realizzare entro gennaio. Se la Fondazione guidata da Antonella Mansi, primo azionista di Mps, avesse la meglio Profumo potrebbe decidere di lasciare nemmeno due anni (20 mesi) dal suo arrivo a Rocca Salimbeni, scrive l’agenzia Reuters citando fonti vicine alla vicenda. Le dimissioni del presidente aggiungerebbero instabilità un quadro già al limite della criticità.
IL RINVIO – All’assemblea di venerdì, chiamata ad approvare la proposta di ricapitalizzazione, i soci presenti rappresentavano il 49,3% del capitale, sotto il quorum del 50% più un’ azione necessario per le assemblee in prima convocazione. L’assise è stata dunque riconvocata in seconda per sabato 28 dicembre quando sarà sufficiente un quorum del 33,3% per aprire i lavori.
I NUMERI – La Fondazione, teoricamente presente in assemblea con tutto il suo 33,5% del capitale, sarebbe in grado non solo di respingere la proposta di Profumo ma anche di approvare lo slittamento a maggio. «Profumo minaccia di dimettersi», avrebbe affermato, sempre secondo Reuters, un banchiere. Il top manager nel 2010 si dimise da amministratore delegato di Unicredit dopo la rottura con le fondazioni azioniste.
IL RISCHIO – Un ulteriore rinvio al 30 dicembre, in sola seduta straordinaria e con un quorum al 20%, sarebbe possibile se la Fondazione non depositasse le sue azioni. «Ci vediamo domani», ha però detto la presidente della Fondazione Antonella Mansi salutando i giornalisti. La convinzione di Profumo e dell’amministratore delegato Fabrizio Viola è che la finestra di mercato più favorevole per l’aumento sia nelle prossime settimane. La Fondazione, che ha un debito di 339 milioni con 12 banche creditrici, chiede tempo per vendere prima che l’aumento di capitale riduca il valore delle sue azioni. Se l’assemblea dovesse votare per il rinvio, le banche del consorzio di garanzia non sarebbero più disponibili a coprire i 3 miliardi di ricapitalizzazione, ha detto più volte l’ex numero uno di Unicredit.
IL SINDACO – Il sindaco di Siena, Bruno Valentini, grandi elettore di Mansi e fin qui favorevole al rinvio dell’aumento ha affermato tuttavia che «non sarebbe facile sostituire Profumo, una figura di livello internazionale».
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