Colpo di scena nella vicenda giudiziaria legata ai derivati di Mps, stipulati nel periodo 2008 – 2012, per coprire le perdite di bilancio dovute alla maxi acquisizione di Banca Antonveneta.
La Corte d’Appello di Milano ha ribaltato la sentenza di primo grado del 2019 e ha assolto tutti i 13 imputati, tra cui l’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari nel processo con al centro le presunte irregolarità nelle operazioni di finanza strutturata, Alexandria e Santorini, Chianti Classico e Fresh, effettuate dalla banca senese tra il 2008 e il 2012 e che, secondo l’accusa sarebbero state utilizzate per nascondere perdite per oltre 2 miliardi di euro.
Assolti anche le banche Deutsche Bank AG, la sua filiale londinese e Nomura che avevano subito una confisca per 150 milioni di euro che ora è stata revocata.
In primo grado Mussari era stato condanno a 7 anni e mezzo
I reati ipotizzati nei confronti di tutti gli imputati nel processo erano, a vario titolo, manipolazione del mercato, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo all’autorità di vigilanza.
Mps, il piano industriale
Questa mattina, in occasione della diffusione dei conti trimestrali, la banca senese ha fatto sapere che, in merito all’aggiornamento del piano industriale,
“Al momento il piano è in corso di revisione al fine di definirne in dettaglio le direttrici e le azioni sottostanti, di tener conto dell’evoluzione del mutato scenario economico e di recepire quanto derivante dal confronto” con Bce e Dg Comp, secondo cui non è ancora possibile ipotizzare “una stima precisa dei tempi necessari” per la sua approvazione e per l’autorizzazione del connesso aumento di capitale.
L’approvazione del Piano rivisto costituisce presupposto essenziale per l’avvio dei processi autorizzativi di cui sopra e le posizioni delle predette Autorità costituiscono a loro volta un presupposto indefettibile per l‘operazione di rafforzamento patrimoniale prevista dal Piano. La Banca sta fornendo tutti i chiarimenti richiesti dalle Autorità europee ma attualmente non vi è una stima precisa dei tempi necessari alle Autorità competenti per portare a termine i rispettivi processi approvativi”.
Tra gennaio e marzo 2022, la banca toscana ha registrato un un utile netto di 9,7 milioni di euro, in calo del 91,9% rispetto ai 119,3 milioni dello stesso periodo dello scorso anno a causa del “maggior contributo dalla cessione di titoli registrato nel primo trimestre 2021, nonché di minori accantonamenti ed inferiori oneri di sistema”. Il risultato è invece in miglioramento rispetto alla perdita di 79 milioni registrata nel quarto trimestre del 2021.