Dopo dieci ore e un’interrogazione fiume dei soci, l’assemblea straordinaria di Mps ha approvato come previsto il piano di aumento di capitale da 5 miliardi di euro, il terzo in tre anni di tempo. Una parte della ricapitalizzazione passerà attraverso la conversione di bond subordinati in nuove azioni della banca in crisi patrimoniale, il restante sarà invece finanziato in contanti, di cui una fetta al mercato senza diritto di opzione e l’altra riservata ad alcuni dei 280 grandi investitori contattati dal management ma ancora da trovare.
In apertura di assemblea, l’amministratore delegato Marco Morelli ha ricordato ai soci il momento storico per la banca e per il paese, chiedendo l’approvazione “di una operazione senza precedenti per il mercato italiano” che renderà la banca più antica del mondo, grazie anche al contestuale deconsolidamento di 8,9 miliardi di sofferenze nette, “più solida riportandola a redditività”.
Superato lo scoglio del quorum – dal momento che nelle ultime ore sono arrivate deleghe sufficienti per raggiungere la soglia del 20% del capitale – sembrava potesse andare tutto liscio. Ma la riunione è durata un’eternità: soltanto dopo otto ore l’assemblea dei soci ha finalmente approvato il primo punto all’ordine del giorno: l’abbattimento, per perdite, del capitale sociale della banca a 7,3 miliardi di euro. Favorevole il 97,64% del capitale presente.
Il piano di ricapitalizzazione approvato dalla Bce si basa, nello specifico, sulla conversione volontaria di bond subordinati per un valore fino a 4,3 miliardi, insieme a una ricapitalizzazione fino a 2 miliardi in Borsa e all’ingresso di nuovi soci per stimati 1,5 miliardi: si tratta di fondi che andranno a compensare lo sbilancio che deriverà dalla cessione di 27 miliardi di crediti deteriorati della banca.
Il via libera della Bce all’operazione di risanamento e salvataggio di Mps, che prevede un aumento di capitale da 5 miliardi, stando ai dettagli del piano industriale, è stato comunicato in una nota diramata stamattina: “Banca Mps comunica che sono pervenute le autorizzazioni da parte della Banca Centrale Europea in merito all’operazione prospettata al mercato in data 25 ottobre”. Semaforo verde anche da Bankitalia che ha “positivamente completato la procedura di accertamento” sulle “modifiche statuarie ai fini dell’operazione”.
Mps precisa che “tali autorizzazioni sono unicamente riferibili alla complessiva operazione già annunciata al mercato da parte della Banca”. Su richiesta della Consob, Mps ha integrato la relazione del cda ai soci in vista dell’assemblea, negando l’esistenza di un piano B. “Ad oggi – ha detto – non sono allo studio operazioni alternative”.
Incontrati 280 grandi investitori per aumento di capitale
Il titolo, che da inizio anno ha perso circa l’80% del valore, oggi ha guadagnato il 3,32% in Borsa, attestandosi a 0,23 dufo. Alla domanda di un azionista sull’andamento del road tour in cerca di anchor investors disposti a sottoscrivere l’aumento di capitale, il Ceo Marco Morelli ha raccontato di aver incontrato 280 grandi investitori, “il 50% nel Regno Unito, 22% negli Usa, il resto in altri paesi. Come prassi questi investitori prendono impegni vincolanti in prossimità del lancio dell’operazione, quando si apre la finestra della sottoscrizione delle azioni”.
Morelli ha spiegato inoltre che le valutazioni sul piano andrebbero fatte al di là del referendum costituzionale previsto tra 9 giorni. “Ho cercato di spiegare in giro per il mondo che il piano è sganciato dal referendum; la valutazione del piano con la vendita delle sofferenze va fatto solo in funzione del piano. Se poi qualcuno fa implicazioni sul referendum le faccia ma noi diamo una spiegazione di quello che pensiamo di poter fare indipendentemente da valutazioni per cosi dire ambientali”. Quanto alla fattibilità del piano, “dipende anche dall’atteggiamento che la Vigilanza ha nei confronti della banca”
Una buona notizia è arrivata anche nella giornata di ieri con il “sì” alla operazione di conversione dei bond in azioni di Generali, maggiore obbligazionista di Mps che dovrebbe avere 400 milioni di titoli subordinati. Era uno dei punti cruciali per sperare in un’attuazione del piano di salvataggio, il terzo dopo quelli da 8 miliardi complessivi del 2014 e 2015.
L’amministratore delegato di Generali, Philippe Donnet, ha parlato dell’importanza di “guardare i termini della conversione per fare poi insieme al cda la nostra valutazione, con un atteggiamento positivo perché vogliamo partecipare alla soluzione Mps”. Generali, ha precisato Donnet, ha “un’esposizione complessiva dell’1% circa dei propri attivi sulle banche italiane”, mentre, secondo le ipotesi circolate nelle ultime settimane e riportate dal Corriere della Sera, ammontano a 400 milioni le obbligazioni subordinate dell’istituto senese nel portafoglio della compagnia assicurativa, una quota che se fosse convertita, porterebbe Generali a diventare il primo azionista di Mps con un quota tra il 7 e il 9% del capitale.
Così Donnet ha sottolineato:
“Non possiamo fare allo stesso tempo una conversione dei bond e Atlante 2”, ovvero versare un contributo di 200 milioni al fondo che dovrà comprare un’altra tranche della cartolarizzazione Mps per 1,6 miliardi. “La conversione ha più valore” e “per noi la priorità è Monte Paschi”.
Se convertisse tutti i bond, Generali sarebbe seconda solo all’investitore stabile («anchor investor») che deve tuttavia ancora presentarsi. Secondo le indiscrezioni circolate nelle ultime ore, l'”anchor investor” potrebbe essere Qia, il fondo sovrano del Qatar, che investirebbe nell’istituto 1 miliardo, acquisendo una quota del 20%.