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Mps: chiesta archiviazione lampo per indagine Viola e Profumo

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Potrebbe risolversi in una velocissima archiviazione l’indagine che vede coinvolti, dal 19 agosto, l’amministratore delegato e l’ex presidente di Mps, Fabrizio Viola e Alessandro Profumo. I pm Giordano Baggio, Stefano Civardi e Mauro Clerici, infatti, hanno richiesto al Gip l’archiviazione per i due banchieri sui cui grava l’ipotesi di falso in bilancio e manipolazione del mercato per le operazioni Alexandria e Santorini.

In entrambi i casi si è trattato di contratti derivati a attraverso i quali, si ipotizza, Mps sarebbe riuscita a mascherare ingenti perdite nel proprio bilancio fra il 2011 e il 2014. Se a Milano la questione inerente alla corretta contabilizzazione dei due strumenti finanziari era in corso d’indagine da più di un anno, un esposto fotocopia presentato da alcuni piccoli azionisti alla Procura di Siena (i cui atti sono poi stati trasferiti a Milano per competenza territoriale) aveva fatto scattare gli avvisi per Viola e Profumo.

Gli inquirenti avrebbero chiesto l’archiviazione per l’ “estrema difficoltà” nell’individuazione del dolo da parte dei due indagati: le due operazioni erano inserite nelle note integrative dei bilanci oggetto d’indagine. Non solo: “tutti i soggetti di vigilanza interessati erano stati portati a conoscenza della natura” di quei contratti.

Questo nonostante la Consob tedesca, Bafin, in seguito a un’ispezione del 31 dicembre 2014, avesse definito l’operazione derivato Santorini (nel quale è coinvolta Deutsche Bank) “un miglioramento cosmetico del proprio bilancio”, relativamente al 2008. Anno escluso dalle indagini di Milano. Ai manager che si trovavano alla guida di Mps fra il 2012 e il 2015, dunque, non sarebbe imputabile la volontà di occultare le perdite.