Il 2020 potrebbe essere un nuovo, l’ennesimo, annus horribilis per Mps e un aumento di capitale è dietro l’angolo, il sesto degli ultimi 12 anni e il secondo realizzato quasi del tutto con fondi pubblici.
Mps, in cantiere nuovo aumento di capitale
Il 5 novembre scorso la banca senese ha annunciato che “con il pieno supporto dell’azionista di controllo (il Tesoro possiede il 68%) sta lavorando alla revisione del capital plan per le iniziative di rafforzamento patrimoniale in corso di valutazione, alla luce degli accantonamenti per rischi legali contabilizzati nel trimestre, degli impatti del deal con Amco e delle future implicazioni del contesto regolamentare e macroeconomico”.
Una futura revisione del proprio piano patrimoniale a fronte di un ulteriore fabbisogno di capitale quindi. Tale annuncio fa seguito alla condanna, in data 15 ottobre 2020, degli ex dirigenti della Banca, Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, per frode contabile e di mercato e ai successivi accantonamenti di circa 400 milioni di euro contabilizzati nel 3° trimestre 2020 dall’istituto a copertura dei rischi legali.
Tali accantonamenti hanno innescato la terza perdita consecutiva della banca nel terzo trimestre 2020 e si sono aggiunti all’esaurimento del capitale che si sarebbe generato a seguito della prevista cessione di circa 7,5 miliardi di euro di Non-Performing Exposures (NPEs), prevista entro il 1° dicembre 2020 e ancora in attesa dell’approvazione definitiva da parte della Banca Centrale Europea (BCE).
Di quanto sarà l’aumento di capitale? Si parla di una cifra compresa tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro complessivi, con il Tesoro a fare la parte del leone dato che ha il 68,5% del capitale Mps e che al momento non si vedono possibili investitori alternativi.
“Ci aspettiamo che Mps proceda ad un’emissione per ripristinare i livelli di capitale. Ciò consentirebbe una fusione con un pari più forte e il conseguente piano di uscita del MEF. Tuttavia, una tale emissione sarebbe molto costosa per la Banca in questa fase e trovare un potenziale acquirente rimane una sfida, considerando la potenziale necessità di capitale per coprire i rischi di contenzioso in corso” ha dichiarato Arnaud Journois di DBRS Morningstar.