ROMA (WSI) – Fabrizio Viola, numero uno di Mps, suo malgrado sconfessa quello che è stato detto finora dal premier Matteo Renzi, ovvero dell’interesse che gli stranieri hanno di investire in Italia. Dopo il boom di ottimismo mostrato per l’ennesima volta nei giorni scorsi sul futuro dell’Italia, la realtà nuda e cruda del paese viene illustrata da un banchiere. Viola parla chiaramente, citando tra le ragioni che stanno frenando i processi di fusione tra le banche (in particolare quelle sul cui risiko si era scommesso tanto nei mesi scorsi), c’è un problema dell’Italia. Che sta uscendo dalla recessione, ma a fatica.
Così il numero uno di MPS, che ha parlato intervenendo a un convegno della First Cisl:
“L’Italia con fatica sta uscendo dalla recessione, che è stata la peggiore d’Europa, e ancora all’estero non c’è la percezione che l’Italia sia riuscita a uscire del tutto. Ci stanno guardando, c’è interesse ma non c’è la fila di investitori esteri pronti a mettere miliardi di euro sull’Italia, che sono banche o altro”.
Sul fatto che i processi di aggregazione siano frenati anche nella stessa Europa, Viola sottolinea che un altro motivo è l’incertezza della regolamentazione del settore, soprattutto in termini di requisiti di capitali. Insomma:
“tutti si stanno chiedendo quale sia oggi il miglior modello di business con cui affrontare i numerosi cambiamenti”.
Riferendosi nello specifico a Mps, Viola ha precisato:
“Stiamo continuando a lavorare per migliorare i fondamentali della banca in un’ottica stand alone e in futuro anche per aumentare le probabilità che Mps possa far parte di operazioni di consolidamento. (..) Oggi il miglioramento dei fondamentali, che c’è stato, non è stato percepito del tutto ma questo non deve preoccuparci nè deprimerci. Oggi guardando al passato mi sento sereno, la prospettiva futura ancora non è del tutto chiara ma più per fattori esterni che non per fattori interni”.
Inoltre:
“Dentro la banca siamo più impegnati non tanto a discutere su come salvare Mps ma su come svilupparla. Abbiamo un piano che stiamo portando avanti e credo che la Bce finora non possa sottolineare che ci sono cose che dovevamo fare e non abbiamo fatto, anche le più difficili”.