ROMA (WSI) – Il governo italiano è disposto a tutto anche a mettere a rischio il sistema pensionistico pur di scongiurare un default di Mps. Le autorità hanno infatti chiesto ai fondi pensione di investire mezzo miliardo di euro in crediti inesigibili nel disperato tentativo di salvare all’ultimo momento MPS dal fallimento. Lo ha dichiarato ieri l’Adepp, l’Associazione degli Enti previdenziali privati. Il tutto quando mancano solo tre giorni alla pubblicazione degli stress test di Eba e vigilanza Bce nei quali la banca verrà probabilmente bocciata.
Con una lettera la Bce ha chiesto a Mps di smaltire dieci miliardi di euro circa di sofferenze in portafoglio e rafforzare il capitale. I fondi previdenziali di albi e ordini professionali si faranno carico di una fetta dei crediti deteriorati dell’istituto di credito in crisi, mettendo 500 milioni nel fondo Atlante. Va tenuto bene a mente che in Italia il 19% circa dei prestiti del settore bancario va alle famiglie e che molti degli asset finanziari delle banche sono nelle mani di imprese, fondi ed enti nazionali.
Le casse previdenziali hanno già dato il loro assenso e dovrebbero partecipare ai fondi del nuovo veicolo che dovrebbe rilevare i crediti deteriorati delle banche in crisi, a cominciare da MPS. Secondo quanto riportato da Milano Finanza, la somma investita dalle casse, in particolare Enpam (medici), Enasarco (agenti e rappresentanti di commercio) e Cassa Forense, si aggira intorno ai 500 milioni di euro. Si mette in pericolo il sistema previdenziale per salvare una banca che da anni non riesce a risollevarsi dalla crisi.
Governo non si può permettere che paghino risparmiatori
Il vero problema del settore bancario italiano sta qui, nel fatto che non si può più permettere che siano risparmiatori e investitori retail a pagare per l’eventuale salvataggio dal crac di un istituto di credito. Tuttavia in Europa le norme del bail-in sono entrate in vigore dai primi di gennaio, come si saranno accorti anche i risparmiatori e obbligazionisti “truffati” dal salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti e non si può più tornare indietro. A meno che non si faccia appello al bail-out in casi straordinari.
Dopo il piano di soccorso alle quattro banche regionali di fine 2015, tramite decreto governativo, risparmiatori e obbligazionisti hanno subito perdite pesanti per gli investimenti fatti. Il governo vuole evitare a tutti i costi un’altra misura impopolare del genere. Ma per ricorrere agli aiuti di Stato – a spese dei contribuenti – e tenere a galla le banche della terza economia dell’area euro, il premier Renzi e il capo del Tesoro Padoan dovranno fare un gran lavoro negoziale a Bruxelles.
Sui mercati finanziari, i titoli della banca più antica del mondo sono sotto pressione anche oggi: accusano già una doppia sospensione al ribasso e un calo teorico del -7% circa quando non è ancora trascorsa nemmeno un’ora di scambi. Sui titoli, finiti in asta di volatilità a causa dei tanti ordini in vendita, pesano le indiscrezioni secondo cui Mps sarebbe l’unica banca italiana bocciata negli stress test delle autorità europee, i quali verranno ufficialmente resi noti alle 22 di venerdì prossimo.