Sui mercati i titoli azionari e i bond subordinati di Mps sono in picchiata in seguito alla decisione della Vigilanza della Bce di non concedere 20 giorni in più di tempo alla banca per trovare capitali freschi. Il CdA aveva chiesto alla banca centrale il permesso di fare slittare la scadenza per la conclusione dell’operazione di ricapitalizzazione da 5 miliardi di euro oltre la data del 31 dicembre.
Il board di Mps aveva citato la crisi politica italiana apertarsi dopo il referendum costituzionale, che ha lasciato un vuoto al vertice di Palazzo Chigi, complicando la ricerca di investitori privati disposti a partecipare al piano. In seguito alla risposta negativa di Francoforte, i titoli azionari di Mps sono stati sospesi per eccesso di ribasso in Borsa mentre i bond hanno iniziato a cedere dai 1000 ai 1500 punti base.
Gli investitori temono che l’aumento di capitale possa saltare, il che farebbe probabilmente scattare il piano B del Tesoro italiano, ossia un’operazione di nazionalizzazione dell’istituto di credito in crisi patrimoniale. Per salvare la banca il ministero dell’Economia e delle Finanze – in questo momento primo socio con una quota del 4% – sembra abbia intenzione di salire al 40% del capitale.
Secondo le ultime indiscrezioni stampa nel fine settimana il governo potrebbe proporre un decreto per consentire il ricorso agli aiuti pubblici. Stamattina il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan ha visto l’AD di Mps Marco Morelli e il presidente della banca Alessandro Falciai. Nel pomeriggio è atteso invece a Milano un consiglio di amministrazione per fare il punto della situazione.
I bond subordinati di Mps, che sono convertibili in azioni nell’ambito del piano di aumento di capitale, sono in calo di 1000, 1500 punti base sui mercati over-the-counter. Un punto base equivale allo 0,01%. A Piazza Affari l’andamento di Mps è peggiorato dopo la notizia del no della Bce, con il titolo che è stato sospeso al ribasso dopo aver registrato un tonfo superiore al -7%.
Proprio per evitare altre ripercussioni negative sui mercati l’esecutivo sta tentando, secondo le ricostruzioni di La Repubblica di avere pronta una soluzione prima di venerdì. L’idea è quella di ricorrere a una “ricapitalizzazione precauzionale” prevista nel quadro della direttiva europea sul bail-in introdotta a gennaio di quest’anno: lo Stato – spiega il giornale – subentrebbe al consorzio di garanzia e si passerebbe tramite “l’azzeramento dei bond subordinati, con l’obiettivo di offrire il ristoro alla clientela retail esposta per circa 2 miliardi” di euro.