Settimana da ricordare quella appena passata per MPS. I giudici della seconda Corte d’Appello di Milano hanno ribaltato la sentenza di primo grado, assolvendo tutti gli ex vertici della banca senese, Deutsche Bank, Nomura e i loro ex manager, imputati per le presunte irregolarità , ora cancellate o prescritte, nelle operazioni di finanza strutturata.
Cuore del processo i derivati Alexandria, Santorini, il prestito ibrido Fresh e la cartolarizzazione Chianti Classico. Tutte operazioni che, per l’accusa, sarebbero servite per nascondere nel bilancio di Banca Mps ingenti perdite provocate dall’acquisizione di Antonveneta. Operazione costata a Rocca Salimbeni circa 10 miliardi di euro nel 2008.
Ad azzerare la sentenza con cui nel novembre 2019 il Tribunale aveva inflitto pene severe, dai 7 anni e mezzo ai 3 anni 5 mesi di carcere, è stata la seconda Corte d’Appello di Milano, presieduta da Angela Scalise, con una sentenza che ha respinto le richieste del pg.
Sentenza che ha scagionato l’ex presidente della banca senese Giuseppe Mussari, l’ex dg Antonio Vigni, l’ex direttore finanziario Daniele Pirondini, l’ex capo dell’area finanza Gianluca Baldassarri, e l’ex manager Marco Di Santo. E ancora, gli ex dirigenti di Deutsche Bank Ivor Scott Dunbar, Michele Faissola e Michele Foresti, Dario Schirladi, Marco Veroni e Matteo Angelo Vaghi. E poi Sadeq Sayeed e Raffaele Ricci per Nomura.
Infine l’assoluzione anche per gli stessi istituti di credito, compresa la filiale londinese della banca tedesca, nei cui confronti e’ stata revocata la confisca di quasi 153 milioni di euro e annullata la sanzione pecuniaria di tre anni fa di 3 milioni di euro per Deutsche e 3 milioni e 450 mila per la banca nipponica.
Mps, i conti del primo trimestre
La sentenza è arrivata mentre la banca ha alzato il velo sui conti del primo trimestre 2022, chiuso con un calo del 92% dell’utile, a 10 milioni di euro, a causa delle maggiori rettifiche su crediti e di un dimezzamento del contributo dal trading, nonostante un ritorno in ‘nero’ dopo la perdita di 79 milioni dell’ultimo trimestre del 2021. Anche i ricavi sono scesi a 783 milioni (-4,6%) mentre il margine di interesse è cresciuto di oltre il 15% per gli effetti positivi legati alle aste Tltro. I crediti deteriorati si attestano a 4 miliardi, di cui gli Utp sono 2,2 miliardi in calo dai 2,4 miliardi di marzo 2021.
Il nuovo piano industriale
Il nuovo piano industriale di Mps verrà presentato il 23 giugno e dovrà “tener conto dell’evoluzione del mutato scenario economico” che ha costretto Siena ad alzare l’asticella degli accantonamenti a 111 milioni (+50%).
Tra le “azioni più urgenti”, ha detto l’ad Luigi Lovaglio, spicca la necessità di tagliare i costi e la soluzione del problema dei rischi legali, oggetto di richieste di risarcimento per 1,87 miliardi.
Risultati che gli analisti di Equita definiscono ‘in linea con le attese al netto del trading’. In particolare, l’utile netto risulta superiore alle attese ‘grazie a utili da trading’, mentre l’andamento dei ricavi core è complessivamente ‘in linea con le nostre stime sia in termini di net interest income che di commissioni’.
Per il broker, come detto, ‘la principale sorpresa rispetto alle nostre stime è costituita dai ricavi da negoziazione’. Tra le novità, la presentazione del piano industriale fissata per il prossimo 23 giugno, mentre ‘l’entita’ dell’aumento di capitale è attualmente stimata in 2,5 miliardi ma soggetta a revisione’.
Sulla stessa linea gli analisti di Intesa Sanpaolo:
“L’unica differenza significativa rispetto alle nostre aspettative è stata sul maggiore reddito da trading, mentre le altre voci di conto economico sono state in linea con le nostre previsioni’.
Da inizio anno, il titolo Mps ha chiuso in calo del 20% e attualmente si muove intorno a 0,72 euro.