Economia

MPS: nozze Unicredit troppo esose, le paure di Siena alla vigilia delle elezioni

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Mentre è atteso per fine mese (il 27 ottobre) l’esito delle trattative tra MPS e Unicredit, Siena vede allontanarsi sempre più la ‘sua’ banca, la più antica del mondo, e affida a una mozione del consiglio comunale, riunito per parlare solo del Monte, il pessimismo sul verdetto finale.

“Siamo a fine corsa”, ha detto due giorni fa ai cronisti il sindaco Luigi De Mossi sul futuro di Mps e sull’opportunità di guardare oltre all’operazione Unicredit, facendo trapelare senza indugio la preoccupazione generale.  Lo spettro più grande per Siena è che il governo attenda il risultato delle elezioni Suppletive della Camera del 3 e 4 ottobre per annunciare l’acquisizione da parte di piazza Gae Aulenti.

“Non vorrei che una volta ricadute le polveri della campagna elettorale per le Suppletive ci trovassimo davanti qualcuno che dice ‘è già stato fatto tutto'”, ha chiarito i timori della città. “Siamo qui oggi a operare per tenere il dossier ancora aperto sul tavolo; spero che non sia gia’ stato chiuso”, ha chiosato. L’ultima speranza è nel premier. “Draghi è una delle poche persone che riesce a mettere d’accordo tutti – ha sottolineato De Mossi -; spero riesca a mettere d’accordo anche la Bce e le nostre istituzioni”.

La soluzione Unicredit non convince neppure la Fondazione Mps che parla di “operazione che rischia di essere esosa perché le condizioni le detta il compratore e in modo molto pesante”, ha sottolineato il presidente Carlo Rossi preoccupato per la ricaduta sull’indotto e sulla possibilità di un trasferimento della direzione generale via da Siena.

Ha espresso preoccupazione anche il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, che ha seguito di persona il consiglio comunale: “Spero in una soluzione che non metta a repentaglio posti di lavoro, sarebbe un colpo di accetta gravissimo”.

MPS: per gli analisti, Unicredit è l’unica soluzione

Per gli analisti delle principali banche d’affari, le nozze di Unicredit restano l’unica soluzione. In particolare, gli esperti di Citi fanno ” fatica a vedere un piano alternativo per Mps. Pensiamo ancora che un accordo con Unicredit sia il risultato più probabile, la questione ècome vengono trattati bond istituzionali”.

Per Morgan Stanley “se confermati rumors, di presunto scarico di 12 miliardi di prestiti del Monte ad Amco” questo “mostrerebbe la disciplina finanziaria da parte” del gruppo guidato da Andrea Orcel. “Notiamo – scrivono in un report – anche che la neutralità del capitale dovrebbe coprire qualsiasi costo legato al finanziamento del trasferimento dei prestiti” .

Per Socgen “anche se non è sicuro al 100% che l’affare sarà chiuso, ci sarebbe un problema di credibilità ” per l’istituto di Piazza Gae Aulenti “se le cose andassero male in questa fase”.

Infine Intesa Sanpaolo in una analisi ritiene “coerenti con le nostre aspettative” un eventuale “annuncio su Mps con il risultati del terzo trimestre e il nuovo business plan a novembre. Crediamo – rilevano – che la creazione di una divisione dedicata al Wealth Management in Italia” da parte di Unicredit “dimostri il rinnovato focus su tali attività.