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Mps: piano di salvataggio a rischio, spettro bail-in

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Complice anche l’avvicinarsi dell’appuntamento con il referendum costituzionale, i titoli di Mps sono anche oggi sotto pressione, in preda alla volatilità più estrema. Gli analisti osservano come l’operazione comporti dei rischi elevati. In un documento visionato da Reuters si dice che “esiste il rischio che il piano di salvataggio non venga portato a compimento” e che “la banca potrebbe dover ricorrere a misure di risoluzione tra cui il bail-in“.

Il regime di bail-in introdotto dal primo gennaio di quest’anno prevede che a partecipare alla messa in sicurezza di un istituto in crisi siano azionisti, obbligazionisti e risparmiatori con più di 100mila euro depositati nei conti corrente. Dopo il nulla osta del piano di aumento di capitale da 5 miliardi di euro, è emerso tra l’altro che la banca ha iniziato a comprare e vendere titoli obbligazionari subordinati (guadagnandoci”) prima dell’Opa che prende il via oggi e durerà fino a fine settimana.

Se si confrontano le diverse operazioni di cessione e acquisto si scopre che Mps ha fatto soldi con le attività di trading sui bond. La banca si è difesa sottolineando di aver agito “nel contesto dell’offerta pubblica di acquisto volontaria con obbligo di reinvestimento del corrispettivo in azioni Mps di nuova emissione” annunciata al mercato il 14 novembre su 11 titoli subordinati emessi o garantiti dalla stessa banca per 4,3 miliardi di euro nominali totali. Uno dei principali creditori, con 400 milioni di euro di bond subordinati, è Generali.

La conversione vincolante di bond subordinati in azioni Mps ha ricevuto proprio oggi dalla Consob il via libera all’offerta pubblica di acquisto volontaria su strumenti subordinati emessi o garantiti dalla banca con obbligo di reinvestimento del corrispettivo in nuove azioni. Il progetto fa parte dello storico piano di aumento di capitale da 5 miliardi di euro approvato dall’assemblea dei soci di Mps.

Lo rende noto la stessa Mps in una nota, aggiungendo che la Consob ha anche approvato il prospetto informativo relativo alle nuove azioni. Il periodo di adesione all’offerta avrà inizio dalle 14 del 28 novembre 2016 e terminerà alle 16 del 2 dicembre 2016, a meno di una proroga. La data di pagamento dell’offerta sarà stabilita in un secondo momento, dopo la chiusura del periodo di adesione.

Aumento di capitale Mps: “rischio elevato”

Sinora non risultava pervenuto il titolo ibrido Fresh da 1 miliardo di euro. Adesso si apprende che Mps  “non ha intenzione di procedere per il momento all’effettuazione di un’offerta” su questa tipologia di azione. Se l’operazione va completamente in porto, gli analisti prevedono una diluizione dell’87% per gli azionisti.

Banka Akros rileva un “rischio elevato” di esecuzione su tutta l’operazione, opinione condivisa da un po’ tutti  gli strategist espressisi sul piano di messa in sicurezza di Mps. Icbpi ha citato il timing non proprio ideale, ricordando che “i bondholders dovranno prendere una decisione prima di conoscere l’esito della consultazione referendaria sulla Riforma Costituzionale e l’impatto del voto sul mercato azionario italiano”.

A Piazza Affari le azioni non riescono a fare prezzo: in avvio di seduta il titolo Mps registra un calo teorico di più del 5%. Rientrato negli scambi è stato poi sospeso nuovamente a 18,55 euro (-7,25%) dopo il raggruppamento delle azioni. Al momento il computo negativo è del -15% in area 17,50 euro. Il mercato generale (listino Ftse MIB) cede l’1,56% (segui live blog di Borsa).

Il programma di ricapitalizzazione ha come obiettivo quello di recuperare 1-1,5 miliardi dalla conversione vincolante di bond in azioni. Gli analisti di Banca IMI stimano che al prezzo massimo dell’aumento verranno emesse 201 milioni di di nuove azioni e la diluizione per gli azionisti attuali sarebbe dell’87%“. “A quel prezzo”, calcolano gli analisti, “la banca scambierebbe 0,65 volte il tangible book value pro-forma a settembre 2016, quindi a premio rispetto alla media delle banche italiane”.