Economia

Mps, pressing governo su altre banche per salvarla?

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ROMA (WSI) – Non ci sarebbe, nello specifico, un pressing del governo per convincere alcune banche italiane a salvare MPS. E’ quanto dice almeno Filippo Taddei, responsabile economico del Pd, a margine di un convegno che si è tenuto all’Università Bocconi sul tema delle sofferenze bancarie.

“All’attenzione del governo c’è un tema ‘credito’, in generale. Non c’è un tema Mps. (…)Poi, naturalmente, non si ragiona solo in astratto, si ragiona anche in concreto”. E a tal proposito, “il governo è molto attento alla solidità del sistema bancario italiano. Stiamo attenti non perchè siamo innamorati delle banche ma perchè siamo innamorati della loro capacità di fare credito per sostenere la ripresa e l’occupazione. Tutto quello che facciamo va in questa direzione. Se poi abbia degli influssi su singole aziende bancarie, questo è possibile”.

Riguardo al fatto che ci sia stato un brusco alt nell’obiettivo di fusione tra Banco Popolare e Bpm, Taddei si è così espresso:

“Non è mio compito commentare operazioni in corso tra imprese private, specie se quotate. Quello che a noi interessa è fare in modo che qualunque tipo di operazione di consolidamento del sistema bancario – nell’interesse dei risparmiatori, della solidità del sistema e dell’erogazione del credito- possa avvenire nella maniera più pratica e veloce possibile. Per fare questo noi facciamo interventi di sistema“.

E dunque:

“dopo quello del mercato del lavoro il tema del mercato del credito è veramente strategico. Sappiamo che per essere riattivato il il credito ha bisogno di una gestione delle sofferenze bancarie. Il Gacs (Garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze), il primo intervento fatto, secondo stime indipendenti riduce di più della metà il gap tra domanda e offerta che c’è sugli Npl (Non performing loans) nel loro collocamento sul mercato”. L’altra metà di questo gap “è probabile che venga colmata dal combinato disposto degli interventi dell’anno scorso e di quelli che sono in preparazione. Il problema, nella valorizzazione delle sofferenze bancarie, ha a che fare con la capacità del nostro sistema giudiziario nel suo complesso di saperle gestire”.